In Italia c’è il lavoro a scrocco

ROMA- Una persona che non ha voglia di fare nulla vive a scrocco che, significa, vivere sulle spalle degli altri. Nel caso del lavoro, in Italia, si sono invertite le funzioni: sono gli imprenditori che vivono a scrocco sui lavoratori.

In Italia c’è il lavoro a scrocco

ROMA- Una persona che non ha voglia di fare nulla vive a scrocco che, significa, vivere sulle spalle degli altri. Nel caso del lavoro, in Italia, si sono invertite le funzioni: sono gli imprenditori che vivono a scrocco sui lavoratori. Va sottolineato, però, che oggi fare impresa in Italia è una missione impossibile: tassazione al 70% e burocrazia asfissiante fermano le produzioni. È possibile che in Italia ci siano così tante norme, tanti passaggi, firme e permessi per ogni argomento del nostro vivere civile? La domanda è difficile di risposta, poiché il nostro paese è asfissiato dalle norme. Stando alla banca dati di Normattiva sarebbero circa 75mila le leggi vigenti in Italia. Il numero però non tiene conto delle leggi Regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e Autorità di cui il nostro paese è pieno: la stima che circola da tempo è che in Italia ci siano in totale tra le 150 e le 160mila leggi in vigore.
Da questi numeri si capisce che la vita diventa impossibile per i comuni cittadini e, soprattutto, per le imprese che devono creare occupazione e ricchezza per la nazione. In questo numero sproporzionato di norme, ci sono alcune che vanno a favorire il lavoro a scrocco da parte degli imprenditori, che oggi ormai hanno fatto del lavoro una schiavitù senza precedenti. Per ammortizzare i costi, dopo aver pagato la montagna di tasse, le remunerazioni sono basse, e dato l’effetto euro, esse non consentono di vivere dignitosamente a chi lavora alle dipendenze.
Chi sta pagando lo scotto più alto di questo lavoro a scrocco sono i giovani. Non è vero che i ragazzi non cercano lavoro, in quel risicato paniere di lavoro che c’è, i giovani cercano di trovare qualcosa che gli permette di sostenersi. Ebbene, fanno turni massacranti pagati a basso costo. Devono adattarsi a qualsiasi cosa nonostante dietro hanno anni di studio. I giovani lo cercano il lavoro, ci provano, ma poi alla fine si rendono conto che per un mese di lavoro a malapena arrivano a 500 euro, nei migliori dei casi a 800. Le retribuzioni, a fronte delle ore lavorative, sono bassissime e senza garanzie alcune.
È una situazione che esiste, nessuno può nasconderlo, è un’evidenza della vita quotidiana che colpisce un po’ tutti, figli e padri. Il lavoro a scrocco ha sostituito il lavoro vero, quello che prima ti garantiva di progettare un futuro, ed ora non è più possibile. Se non si attua una inversione di tendenza partendo dalla diminuzione delle leggi e l’abbassamento sulle tasse, indistintamente, alle famiglie e le imprese, la situazione andrà sempre a peggiorare.