Jambo, il centro commerciale da 60 milioni di euro in mano a Michele Zagaria

CASERTA- Quella di stamattina si può definire la più grande operazione di polizia a discapito della camorra fazione Michele Zagaria. L’indagine e gli arresti eseguiti nei confronti di 28 persone ad opera della Squadra Mobile di Caserta e dal ROS dei Carabinieri di Napoli – Distaccamento di Cas…

Jambo, il centro commerciale da 60 milioni di euro in mano a Michele Zagaria

CASERTA- Quella di stamattina si può definire la più grande operazione di polizia a discapito della camorra fazione Michele Zagaria. L’indagine e gli arresti eseguiti nei confronti di 28 persone ad opera della Squadra Mobile di Caserta e dal ROS dei Carabinieri di Napoli – Distaccamento di Caserta, ha consentito di ricostruire il quadro della nuova organizzazione che gira intorno al clan Zagaria e, nonostante l’arresto del boss dopo anni di latitanza esso detiene ancora in mano tutta l’organizzazione. Composizione del nuovo quado camorristico ha portato all’individuazione di più aspetti della gestione degli affari in seno al clan a partire dalle connivenze che ci sono tra imprenditori e mondo politico. Al centro di questa imponente operazione di polizia c’è il centro commerciale Jambo situato a Trentola-Ducenta.
In particolare, attraverso plurime e convergenti fonti di prova di diversa natura: accertamenti patrimoniali, dichiarazioni di pentiti e di testi, consulenze tecniche, intercettazioni, si è dimostrato a livello di gravità indiziaria, così come ritenuto dal Gip, come a partire dal 1997 fino all’attualità, quello che era un piccolo centro commerciale del valore stimato di due miliardi di lire, appunto il Jambo di Trentola-Ducenta, sia diventata, grazie agli investimenti e alle attività in suo sostegno svolte dal clan Zagaria, una imponente realtà commerciale del valore di sessanta milioni di euro che è stata sottoposta a sequestro preventivo in quanto ritenuta dal Gip nella sostanziale disponibilità del clan. L’indagine, infatti, ha evidenziato come la crescita del centro commerciale Jambo, si sia determinata, con riferimento ad ogni suo aspetto, proprio attraverso l’utilizzazione della forza economica , politica e mafiosa di Michele Zagaria.
E così gli stessi terreni su cui venivano costruiti, nel corso del tempo, i numerosissimi ampliamenti del centro commerciale, erano direttamente individuati e acquisiti da Michele Zagaria e dai suoi uomini che poi mettevano i formali proprietari del centro commerciale, in condizione di concludere i contratti di acquisti. Ma non solo. Si è anche accertato che per consentire lo sviluppo del centro commerciale e fare posto alla “creatura” commerciale del capo camorra venivano spostati i limitrofi capannoni commerciali appartenenti ad altri soggetti. Soprattutto grazie agli interventi degli uomini del clan venivano, non solo, rilasciate le licenze edilizie necessarie (anche illeggittime ed anche emesso consentendo una importante evasione fiscale) ma addirittura venivano promesse e realizzate opere pubbliche, talora anche pericolosa per la pubblica incolumità, a servizio del Jambo e delle nuove esigenze commerciali. Ci si riferisce in particolare alla costruzione di uno svincolo sulla strada statale ss 265 che, come segnalato inutilmente dagli organi preposti, non rispettando alcune norme di sicurezza mette in pericolo gli automobilisti in transito.
Proprio gli approfondimenti investigativi su questa vicenda ( che, secondo il Gip, dimostrava il pieno ed assoluto predominio del clan sulle amministrazioni locali) consentivano di accertare come il sodalizio, non contento di realizzare opere pubbliche in favore delle proprie imprese, riuscisse, grazie, ancora, alla propria capacità di comando sulle pubbliche amministrazioni, a realizzare, in prima persona, attraverso propri imprenditori, lo stesso svincolo. In particolare, grazie ad una consulenza svolta dalla polizia di stato, si è infatti accertato che, come pure dichiarato da un collaboratore, la quasi totalità delle buste contenenti le offerte della gara, che erano oltre cento, erano state previamente aperte prima, in modo da consentire all’impresa mafiosa di aggiudicarsi la gara formulando l’offerta vincente.
In particolare, le quote della società C.I.S. Meridionale Srl, proprietaria del centro commerciale, sono state ritenute dallo stesso Gip come sostanzialmente riconducibili a Michele Zagaria reale dominus dell’iniziativa economica.
Michele Zagaria durante la sua latitanza si incontrava con la dirigenza del centro commerciale per delineare le strategie commerciali e fra questi anche i partner commerciali che dovevano operare all’interno del centro commerciale fra cui la catena di supermercati presenti nel centro.
Importante evidenziare che tutto il sistema economico che ruotava intorno al centro commerciale in questione ruotava tutto riconducibile a Michele Zagaria e ai suoi fiduciari a partire dalle ditte di pulizia impegnate nel centro commerciale a quelle che realizzavano le opere di ampliamento dello stesso.
È emerso in particolare sulla base di dichiarazioni acquisite da collaboratore ritenuto attendibile dallo stesso Gip, che, per anni, gli uffici e gli ambienti riservati del predetto centro commerciale, venivano utilizzati quale luogo di incontro fra l’allora latitante Michele Zagaria e i vertici del clan nonché con molti imprenditori ed esponenti politici.
Sono state ritenute, altresì, dimostrate dal Gip, gravi collusioni fra l’amministrazione di Trentola Dugenta, comune nel quale è ubicato il centro commerciale, ed il clan Zagaria. L’accertamento di tali rapporti illeciti fra sodalizio criminale e amministrazione pubblica ha consentito di elevare contestazioni concorso esterno in associazione mafiosa (Gruppo Zagaria) a carico di amministratori pubblici che esercitavano le loro funzioni pubbliche in modo da soddisfare (specie nel settore delle licenze edilizie e degli appalti) le richieste provenienti dal clan Zagaria e dalle aziende riferibili al medesimo (fra cui il centro commerciale Jambo) in cambio di tale sostegno il clan forniva appoggio elettorale ai pubblici amministratori collusi.
Il complesso di tali elementi ha consentito al Gip, su richiesta della procura, di disporre il sequestro dell’intero complesso aziendale Jambo. Il decreto di sequestro, tuttavia, prevedendo la nomina di un amministratore giudiziario consentirà la prosecuzione delle attività commerciali ivi ubicate.
Di rilievo si sono rilevate le progressive investigazioni svolte per l’occasione della cattura dell’allora latitante Michele Zagaria, utilizzate dalle indagini svolte a riscontro delle recentissime propalazioni di collaboratori di giustizia che hanno vissuto a fianco a fianco con Michele Zagaria durante quegli anni. È emersa secondo quanto afferma il Gip nell’ordinanza, una vasta rete di affiliati e concorrenti del clan che operavano per conto di Zagaria sia nel settore del sostegno economico del clan che nella distribuzione ed imposizione delle macchinette slot machine dei territori sottoposti al controllo del sodalizio. In particolare, l’attività ha consentito di far emergere l’esistenza di due distinti gruppi criminali, quello di Casapesenna, e quello di Trentola Ducenta, entrambi sotto l’egida di Michele Zagaria e coordinati da personaggi ritenuti come sua diretta espressione.
L’indagine, infatti, ha permesso di far rilevare delle modalità estremamente accorte di comunicazione tra i soggetti appena menzionati basandosi esse su:
-uso meticolosamente riservato del telefono cellulare, caratterizzato da conversazioni dal contenuto criptato, a volte telegrafico, finalizzate per lo più a realizzare appuntamenti di persona senza riferimenti chiari al luogo dove incontrarsi;
-l’impiego di utenze telefoniche “dedicate”, ossia destinate a contatti tra una stretta cerchia di persone o tra due singoli interlocutori;
– l’impiego di numerosi autoveicoli a noleggio o in prestito;
-l’approvigionamento di sofisticati e costosi strumenti elettronici, realizzati allo scopo di inibire o rilevare i segnali GSM emanati dai rivelatori GPS e trasmettitori ambientali , utilizzati dalla polizia giudiziaria.