La 5G inquina? I cittadini vanno informati correttamente
L’Italia è un paese che prima crea i problemi e poi li combatte. Tutto condito da un contorno che ruota intorno al consenso. È da una vita che funziona così. Oggi si prospetta un altro grande problema che riguarda la 5G.

L’Italia è un paese che prima crea i problemi e poi li combatte. Tutto condito da un contorno che ruota intorno al consenso. È da una vita che funziona così. Oggi si prospetta un altro grande problema che riguarda la 5G. Molti studi scientifici che circola sul web, asseriscono che questa nuova tecnologia sia inquinante e devastante per la salute umana, ma intanto nessuno conferma o smentisce con dati certi. Purtroppo la 5G non è un problema solo italiano, sarà tutto il mondo a essere sommerso da innumerevoli radiazioni. Saremo tutti irradiati da uno tsunami di microonde millimetriche che ci sommergerà? Quali sono conseguenze? Ecco, questa è la risposta che non arriva ancora. Forse per questo, senza dar troppo nell’occhio, negli ultimi mesi stiamo assistendo a una forsennata corsa contro il tempo per implementare l’infrastruttura tecnologica di quinta generazione. Tutto in silenzio senza informare i cittadini sul rischio veritiero o non della 5G. Nessuno informa. Si dice che potrebbero esserci dei rischi elevati per un aumento del rischio di tumori del cervello, del nervo vestibolare e della ghiandola salivare associati all’uso del telefono cellulare. Preoccupazione per altri tumori: mammella (maschio e femmina), testicolo, leucemia e tiroide. È vero tutto questo? L’aggiornamento è urgente! Non è procrastinabile. Qualcuno deve dire cosa può succedere, se i dati scientifici in circolazioni sono fondati o non sono veritieri.
Il 5G userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz. Tale tecnologia è già stata autorizzata su circa 4 milioni di cittadini italiani senza alcuna autorizzazione specifica da parte dei Ministeri competenti, in particolare di quello della Salute. Al momento è in fase sperimentale in alcune città e dovrebbe essere lanciata sul mercato italiano a partire dal 2020. Ci sono, al momento, dati che permettono di escludere o confermare che questa nuova tecnologia abbia effetti dannosi per la salute o meno (non ci sono risposte chiare e definitive neanche sulle tecnologie precedenti, figuriamoci sul 5G che è ancora in fase di piena sperimentazione). Serviranno anni di studi dalla sua diffusione per avere risposte chiare. Sulle onde elettromagnetiche emesse con il 5G, non ci sono ancora dati che permettono di capire se ha effetti dannosi. Ci sono dati validi, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, sull’esposizione alle frequenze di 2G e 3G, dati che non danno ancora risposte definitive e che, comunque, non possono essere trasferite in automatico sul 5G (antenne e frequenze sono molto diverse).
Però sarebbe opportuno che ogni stato informasse correttamente i cittadini dei danni o non danni cui uno va incontro con il 5G. Come detto, dati certi non ci sono, ma se si lancia il 5G e poi si scoprono i danni, chi ci rimette è soltanto il cittadino.