La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per, alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo– spiega la Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola grazie anche un tesoro che può contare – sottolinea la Coldiretti – su 1.578 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, più di 1.498 verdure fresche e lavorate, 809 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 503 formaggi, 291 prodotti gastronomici, 170 prodotti di origine animale fra miele e latticini, 166 preparazioni a base di pesci e molluschi, 164 fra birre, bevande analcoliche, distillati e liquori e 49 tipologie di burro e oli. Tesori custoditi in 5.498 piccoli borghi che – sottolinea Coldiretti -, con oltre la metà dell’intera superficie nazionale, hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti che raccontano per immagini la bellezza dell’Italia e la bontà dei suoi prodotti a tavola.
La Campania si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 552, davanti a Toscana (461) e Lazio (436). A seguire – sottolinea la Coldiretti – si posizionano l’Emilia-Romagna (398) e il Veneto (380), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria che può contare su 300 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 299 prodotti tipici censiti, la Calabria (269), la Lombardia (262), la Sicilia (264), la Sardegna (214), il Trentino Alto Adige (195), il Friuli-Venezia Giulia (178), il Molise (159), le Marche (154), l’Abruzzo (149), la Basilicata con 149, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.