ROMA- Ad anticipare la notizia è Sergio Rizzo sul corriere della Sera, che evidenzia come la casta se ne frega dei cittadini quando si tratta di incassare soldi. Una sentenza del collegio d’appello (l’organo interno a Montecitorio competente a giudicare i ricorsi in materia di lavoro), spiega Rizzo, ha stabilito infatti che il tetto dei 240 mila euro alle retribuzioni dei dipendenti della Camera, varrà fino al 31 dicembre del 2017.
Mi auguro che gli italiani capiscano che votare sempre le stesse persone significa dargli mandato di fare quello che vogliono. Infatti, il tetto agli stipendi dei dipendenti era stato fissato nel settembre 2014 e avrebbe dovuto garantire nel triennio 2015-2018 un risparmio di quasi 97 milioni (60,1 per la Camera e 36,7 per il Senato). Una decisione, spiega Rizzo, fin da subito osteggiata da un migliaio di dipendenti (circa l’80 % del totale) appartenenti a decine di sigle sindacali, che hanno presentato una valanga di ricorsi. Ricorsi che oggi sembrano aver fatto il pieno effetto grazie al prezioso contributo dei politici hanno dato una mazzata a quello che era il tetto agli stipendi d’oro della casta italiana. Infatti i ricorsi dei dipendenti sono stati giudicati da una commissione composta esclusivamente da parlamentari, e il collegio d’appello di Montecitorio è composto da cinque onorevoli. Al momento solo i grillini non hanno sottoscritto la sentenza, per il resto, il gota della politica l’ha sottoscritta. Quindi i furbetti del quartiere Montecitorio colpiscono ancora.
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