È stato emanato un nuovo Dpcm, il primo dell’era Draghi. Un nuovo decreto che è la fotocopia di quelli precedentemente emanati dal governo Conte. Nulla di diverso. Eppure siamo in presenza ad un aumento dei contagi. Per essere onesti diciamo che non siamo mai usciti dalla seconda ondata, e i nuovi contagi si sommano a quelli che sistematicamente si registrano ogni giorno.
È dal mese di settembre che viaggiamo tra i 10mila e 15mila contagi al giorno. Passato il picco dei 40mila di novembre, noi non abbiamo mai abbassato la curva dei contagi. Si sono standardizzati ma mai azzerati com’è successo nella prima ondata. Ci è stata quasi imposta una convivenza col virus che, purtroppo, è fallita miseramente, poiché nessuno ha tenuto fede alle regole com’è avvenuto nella prima ondata.
Le zone colorate non hanno portato nessun beneficio nell’abbassare la curva, hanno soltanto tenuto stabile i contagi lasciando che il virus continuasse a circolare liberamente. Nella prima fase siamo riusciti a dargli una mazzata portando i contagi a zero, poi l’inganno del liberi tutti ha portato alla seconda ondata. L’errore più grosso è stato fatto proprio nella seconda ondata, quando si è saputo che circolavano varianti molto più aggressive. Sono state sottovalutate, ed oggi corriamo il rischio di piombare in una situazione quasi ingestibile, poiché oggi si comprende che il virus ha iniziato a circolare e contagiare peggio del mese di novembre. L’azione più giusta per uscire da questo inferno è un lockdown nazionale stile marzo 2020 perlomeno per 30 giorni, dopodiché ricominciare per non fermarci più.