ROMA- E’ già da tempo che il settore dell’edilizia sta vivendo una profonda crisi congiunturale dovuta a una serie di fattori.
In particolare si può affermare che nel corso degli anni precedenti si è costruito troppo e male, dando vita alla così detta speculazione edilizia che oggi come un boomerang restituisce i suoi effetti negativi. Il risultato di uno scarso controllo del territorio è la crescita disomogenea di nuove aree abitative/infrastrutturali, in precedenza utilizzate, ad esempio, per le coltivazioni che scompongono e a volte annientano l’identità di un territorio.
Infatti la nascita e crescita di nuove zone abitative ha comportato lo svuotamento dei centri storici, anima di molte località presenti in Italia, che perdono progressivamente di valore e attenzione mentre dovrebbero essere salvaguardate. Invece di pensare alla realizzazione di nuove strutture, sarebbe più saggio recuperare e ristrutturare quello che già abbiamo.
Infatti, altro fattore rilevante è il consumo del suolo sproporzionato e, soprattutto, non giustificato in quanto non vi è in molti casi la necessità di nuove costruzioni. Molte le strutture già esistenti che restano vuote e inutilizzate. Spesso questo accade anche perchè il settore edilizio viene utilizzato dalla malavita come appannaggio delle proprie attività e per il riciclo di denaro. D’altro canto non si può non parlare del fatto che il settore edile porta con sè un grande bacino di posti di lavoro e professionalità, molti purtroppo persi a causa della crisi.
Come trovare un equilibrio tra la salvaguardia del territorio e posti di lavoro?
In presenza di interessi così divergenti, si ha necessariamente il sacrificio di uno in favore dell’altro o è possibile una soluzione che li tuteli entrambi?
La risposta non è nè semplice nè immediata ma nuove forme di mercato ci dicono in che direzione stiamo andando e per fortuna sembra essere positiva.
Cresce e si afferma sempre di più il concetto della bio-edilizia ricavata dall’utilizzo di materiali naturali come la canapa industriale. Ci sono già realtà presenti in Puglia e in Lombardia sempre in maggiore espansione nell’ottica di costruire in modo sostenibile. Una riconversione dunque di un settore in crisi per salvarlo sembra essere la soluzione più appropriata.
di Rosaria Rendina
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