Lun. Mar 27th, 2023

Non tutti i casi di tumore sono uguali, c’è quello che si riesce a vivere più a lungo, poi ci sono quelli che purtroppo in pochi mesi portano al decesso. In tutti i casi quando viene diagnosticato un tumore è come se arrivasse una sentenza di morte per il paziente che la riceve.

I dati sono preoccupanti. Come emerge dall’analisi di AIOM, a seguito di decenni caratterizzati da notevoli progressi, la pandemia di Covid-19 ha determinato una battuta d’arresto nella lotta al cancro, causando in Italia, nel complesso, un forte rallentamento delle attività diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia.

Da 11 anni lo sforzo comune di AIOM e di AIRTUM, cui si sono progressivamente aggiunti Fondazione AIOM, PASSI, SIAPEC e Osservatorio Nazionale Screening (ONS), fornisce dati epidemiologici a sostegno dei clinici, della popolazione e delle istituzioni per conoscere, organizzare e gestire la problematica oncologica. Nelle prime sei edizioni, il volume è stato unico per operatori e pazienti, mentre dal 2017 è stato redatto anche un volume semplificato dedicato alla popolazione generale. Questo volume 2021 è nato nel corso di una pandemia dagli effetti devastanti, con inevitabili rimodulazioni anche di questo progetto editoriale. Nonostante le grandi difficoltà create dalla pandemia dalla infezione da SARS-CoV-2, il Gruppo di Lavoro ha comunque deciso di procedere alla preparazione e pubblicazione di questa undicesima edizione, che torna, di necessità, ad essere comune tra professionisti e pazienti.

In Italia, i tassi di mortalità per tutti i tumori sono diminuiti circa del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne tra il 2015 e il 2021; il numero di decessi è tuttavia aumentato dello 0,6% per gli uomini e del 2,0% per le donne, raggiungendo rispettivamente 100.200 e 81.100 morti, riflettendo l’invecchiamento della popolazione. Nella popolazione femminile i tassi di mortalità sono in incremento per il tumore del polmone (+ 5%) e per il tumore del pancreas (+ 3.9%); stabile la mortalità per il tumore dell’utero e della vescica. I dati di mortalità appaiono, in entrambi i sessi, inferiori rispetto alla media europea. Nell’analisi dei dati di mortalità può giocare un ruolo la pandemia, poiché alcuni pazienti in fase terminale potrebbero essere deceduti per infezione da SARS-CoV-2 riducendo, di fatto, la mortalità per cancro. Per contro, il decesso di alcuni pazienti potrebbe essere invece stato accelerato da ritardi diagnostici e terapeutici. Di tale aspetto occorrerà tener presente negli anni a venire. Per quanto attiene alla sopravvivenza a 5 anni, i dati 2020 riportati nella edizione precedente erano aggiornati al 2015 mentre attualmente disponiamo di dati analizzabili fino al 2018 (non è possibile disporre di dati più recenti in tale ambito poiché per analizzare la sopravvivenza occorre un intervallo temporale che superi i 5 anni e dei dati sicuri di mortalità). L’analisi della stima di sopravvivenza consente di valutare gli esiti delle azioni di prevenzione secondaria, della tempestività ed efficacia delle terapie, dell’impatto dell’assistenza e delle cure terminali. Consente, inoltre, di definire la quantità di tempo necessaria per poter dichiarare guarito il paziente.

Per quanto attiene alla sopravvivenza, appare, anche quest’anno, molto rilevante il dato relativo alla sopravvivenza condizionata, cioè alla probabilità di vivere ulteriori quattro anni qualora si sia superato il primo anno alla diagnosi. Ovviamente tale dato va interpretato con attenzione, perché seleziona soggetti a miglior prognosi, quindi non significa, di per sé, che riuscire a prolungare la sopravvivenza al primo anno abbia re- XIII almente un impatto sulla sopravvivenza a 5 anni, però può giustificare anche benefici terapeutici apparentemente marginali ma che potrebbero, in realtà, tradursi in un possibile beneficio prognostico. Questa maggiore sopravvivenza porta, di conseguenza, ad un aumento della prevalenza.

La sopravvivenza a 5 anni per tutti i tumori sono risultate in incremento rispetto alla rilevazione precedente, attestandosi al 59,4% negli uomini (vs 54%) ed al 65% nelle donne (vs 63%). In sette sedi tumorali negli uomini ed in otto nelle donne le sopravvivenze si sono attestate su valori decisamente elevati, fino al 96,2% dei tumori tiroidei nelle donne e al 93,2% nei tumori del testicolo. In sei sedi
tumorali le sopravvivenze sono, però, ancora inferiori al 30% con il tumore del pancreas
fanalino di coda all’11% circa in entrambi i sessi. In questo volume abbiamo descritto
anche la sopravvivenza in funzione delle fasce di età, dato che risente della maggior
fragilità dei pazienti anziani ma anche della mortalità concomitante per altre cause. Per
tale motivo, nella maggior parte dei tumori, la sopravvivenza a 5 anni risulta ancor più
elevata quando si effettui una standardizzazione per età.

Questi i dati, ma è chiaro che il tumore è una malattia devastante che porta il soggetto a molte sofferenze durante tutto il percorso di cura. Il fatto che la mortalità può essere di cinque dalla  diagnosi non rincuora certamente chi riceve una diagnosi per un tumore. Porta l’individuo di sicuro a prendere coscienza di essere stato colpito da un male che difficilmente porta alla totale guarigione, quasi una sentenza di morte in attesa che sia eseguita, poiché cure per debellarlo definitivamente al momento non sembra essercene. È una triste realtà che quasi ogni soggetto ha toccato per mano, per via di un familiare o amico, che sono stati colpiti dal male e non ne sono usciti vivi dopo aver lottato contro un tumore.