NAPOLI- È inutile girarci intorno, non fa piacere a nessuno sapere che qualcuno è morto, ma se dobbiamo essere dalla parte di qualcuno a questo punto siamo dalla parte di chi ha cercato di difendersi contro una criminalità che sta diventando asfissiante. Se fosse morto il commerciante a quest’ora tutti avrebbero detto chissà che cosa, ma in effetti chi si trova in trincea non ha nessuno che li difende.
Lo stato? Bè, questo è ormai assente. Le istituzioni locali? Bè queste non hanno più strumenti per difendere i cittadini, li ha presi tutto lo stato centrale. Quello che è successo oggi ad Ercolano, dove un commerciante ha ucciso due rapinatori, è l’epilogo della disperazione di chi si senti in prima linea contro un sistema marcio dalla radice.
Troppo microdelinquenza. Troppo spaccio nelle aree del napoletano e del casertano. Troppi giovani che rubano per farsi canne e comprarsi cocaina. Troppa assenza di lavoro in una regione dove il lavoro non c’è mai stato. No, avanti così non si può più andare. Ci vogliono leggi drastiche che scoraggino chi va a rubare e chi ogni giorno fa come lavoro lo spacciatore, uccidendo altri giovani, quindi è colpevole di omicidio perché è consapevole che con la sua azione sta portando alla distruzione altri soggetti.
La gente vive nel terrore. Ormai l’unico sentimento certo è l’abbandono totale da parte delle istituzioni. Le forze dell’ordine, indebolite dai continui tagli da parte dello stato, possono fare ben poco per contrastare un fenomeno in continua ascesa. Quanti commercianti oggi hanno applaudito al collega per aver reagito per difendere l’incasso che, una volta sottratto dai malviventi, diventava un danno enorme.
Un dato è certo: non si può più andare avanti così. Bisogna reagire alla negatività del momento, e questo lo devono fare le istituzione e non i cittadini. In attesa che lo stato e le istituzioni tutte si muovono, i delinquenti, gli assassini, i spacciatori, devono sapere che la gente è stanca e che sta cominciando a reagire.