Categories: Cronaca

La globalizzazione mal governata ci ha portato a disuguaglianze sociali

ROMA- Doveva essere il bene del mondo, invece si è rivelata un disastro senza precedenti. Chi ha lottato contro la globalizzazione ora si prende il merito di aver avuto ragione. La globalizzazione l’Occidente l’ha tentata di governare ha prodotto prevaricazioni non accettabili, un enorme accaparramento di ricchezza finanziaria e rapinosa; un aumento della distanza tra chi ha troppo e chi non ha niente; la compressione dei redditi da lavoro e un tentativo di liquidazione dei diritti e dello stato sociale. Tutti punti che oggi sono il male del nuovo secolo.
Quella modernità e quella voglia di unire il mondo anche commercialmente, ha distrutto le aspettative di tutti. La globalizzazione è un processod’interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il pensiero.
Ci siamo trovati dinanzi ad un fenomeno che non ha avuto delle regole ben precise per frenare l’arricchimento facile di chi con la globalizzazione stava costruendo un potere enorme e senza freni. Le ragioni di una società che crea disuguaglianze non è attendibile quando si vuole costruire il futuro. Le differenzi sociali creano separazioni all’interno di uno stato, ed esse mettono a tacere ogni timido tentativo di ricreare le condizioni.
La stagnazione del mondo del lavoro è l’altro effetto negativo della globalizzazione, che ha portato alla chiusura di tante attività produttive italiane creando quella sorta di sipario che si è chiuso e non si è più aperto. L’arrivo di prodotti esteri senza dei vincoli ben precisi, ha reso impossibile quella concorrenza corretta che è alla base di una economia moderna.
Il dato su cui bisogna riflettere è quello sull’assetto sociale di un popolo. Oggi in Italia le disuguaglianze sono aumentate a dismisura formando due isole separate da una striscia larga pochi metri, ma profonda centinaia di chilometri. Da un lato c’è quella fetta minima di popolo che detiene tutta la ricchezza nazionale, dall’altra c’è la stragrande maggioranza del popolo che non riesce più ad ottenere nulla. Il divario sociale di cui parlavo all’inizio crea condizioni di disagio che impediscono, come recita la nostra costituzione, la vita sociale ed economica dell’individuo. Per ripartire bisogna ripristinare le regole che determinano il libero scambio delle merci fondate su determinati vincoli che non creano quella concorrenza sleale.

Redazione

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