Gio. Giu 8th, 2023

In questa guerra in ucraina si sta giocando molto sulla propaganda. Il primo ad usarla quotidianamente è il presidente ucraino, poi seguono l’America e i leader europei, ma alla fine è una propaganda nemmeno molto attendibile. Si sa che nelle guerre la propaganda politica e militare è usata con una certa frequenza e serve solo ad inasprire i toni. È successo già in altri conflitti come in Libia, Iraq e Afghanistan, ma alla fine quella propaganda non ha sortito nulla. La democrazia per cui sono state iniziate le guerre, non ha portato la promessa di una nuova vita e sul campo sono rimaste solo macerie, disperazione e povertà per i popoli.

Lo stesso scenario si sta sviluppando in Ucraina. Da un lato c’è l’aggressore che rivendica le sue ragioni e sta commettendo atrocità sul suolo ucraino. Dall’altro c’è il presidente ucraino che incita il suo popolo a resistere e morire invece di trovare una via diplomatica per evitare le sofferenze e morte del suo popolo. Poi c’è l’America, la Nato e l’Europa che armano l’Ucraina per farla difendere sapendo che loro lì non potranno mai metterci piede militarmente altrimenti si scatena la peggiore guerra della storia dell’umanità. Dietro tutto ciò c’è quella propaganda che, oggi, nelle nuove guerre moderne, non serve a nulla. Per evitare le guerre moderne serve diplomazia, buon senso e, soprattutto, servono grandi statisti capaci di fermare ogni accenno a guerre usando la diplomazia. Purtroppo l’era dei grandi statisti si può considerare conclusa, altrimenti non si spiega perché a cadenza di anni si innescano sempre nuovi conflitti.