La Lombardia con numeri ancora elevati di contagi e morti, vuole riaprire
La Lombardia chiederà al governo di dare il via libera alle attività a partire dal 4 maggio. Lo riferisce la Regione, lanciando il rispetto delle Quattro D: Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (obbligo di mascherina), Digitaliz…

La Lombardia chiederà al governo di dare il via libera alle attività a partire dal 4 maggio. Lo riferisce la Regione, lanciando “il rispetto delle Quattro D: Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (obbligo di mascherina), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo prevedono) e Diagnosi (dal 21 aprile via ai test sierologici)”.
Il timore che in Italia possa succedere qualcosa di molto pericoloso è evidente. Il pericolo è per i lombardi che per tutta la nazione. Rimettere in moto una macchina che ha il motore in panne, e come mettersi in autostrada sapendo di rimanere a piedi. Dal governo arriva un freno: ci vuole un piano articolato, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi, altrimenti si rischia che il contagio riprenda. Non solo. Il governo si dice sorpreso per questa linea di “apertura della Lombardia”.
E non ha tutti i torti: in tutta la regione (nella giornata martedì erano state trovate positive 1.012 persone a fronte di 3.778 tamponi). I morti “ufficiali” sono arrivati a quota 11.377 e in sole 24 ore il virus ha ucciso altre 235 persone. Con questi numeri pazzeschi è una follia pensare di riaprire. Va evidenziato anche la carenza di controlli e anche il fermo totale delle attività dall’inizio dell’epidemia ad oggi. Proprio la Lombardia è la regione dove si sono commessi più errori, e il prezzo che sta pagando è salatissimo. Non vorremmo che tutti devono poi pagare gli errori di una riapertura che, in questo, momento, e da scartare a priori.