Tutti danno per scontato che si ritorna al voto, ma leggendo l’interno del parlamento si può dire che niente è scontato. La poltrona dorata fa comodo, ci sono in palio 12-15 mila euro al mese ai quali non tutti sono disposti a rinunciare, a partire da quelli che si trovano in prima legislatura.
Ed ecco che mentre Salvini si sbatte per andare subito al voto, si mobilità l’esercito del cosiddetto non-voto parlamentare. Cioè tutti quei parlamentari che non sono proprio disposti a lasciare la poltrona sapendo che per molti di essi la rielezione è in bilico.
Il cosiddetto partito del non-voto vanta tra le proprie file 631 parlamentari. Ben 422 deputati e 209 senatori, sono alla loro prima investitura e rappresentano circa il 66% dei 945 parlamentari totali. L’attuale legislatura, se cadesse, si rivelerebbe la più corta della storia repubblicana.
La più grande compagine di parlamentari alla prima esperienza si trova proprio nel M5S, 631 nuovi parlamentari eletti per la prima volta e tanti che non possono più ricandidarsi per il vincolo del doppio mandato. L’ansia per il voto prende tutti i partiti, a partire dal PD, per poi passare a FI e i partiti minori che non riescono più a trovare spazio tra l’elettorato italiano. Quindi nulla è scontato, può darsi che alla fine, com’è successo anche in altre occasioni analoghe, si faccia marcia indietro per salvare le poltrone dorate.
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