Tutti i governi che hanno guidato l’Italia negli ultimi anni, non hanno investito in cultura. Non hanno investito sulla scuola. Non hanno investito su una sana informazione. È inutile girarci intorno: quando un paese ha un livello basso di cultura, il popolo diventa facilmente monopolizzato. Ed è quello che è successo negli ultimi quarant’anni in Italia.
Sono venuti meno tutti i presupposti per migliorare la cultura dentro la nazione. Gli italiani che leggono sono pochi. Nonostante lo strumento tecnologico come internet e tutti i suoi canali social, la lettura rimane un mistero per tanti. Sui social, dove circola molta informazione, le persone sono abituate a vedere l’immagine e leggere il titolo, ma non leggono il contenuto. Una prassi consolidata che porte una buona parte della popolazione a non informarsi.
Più si legge più si impara. Più si impara più c’è la possibilità di non rimanere ostaggi di nessuno. La prima liberta è sapersi costruire la giusta cultura. Quello che sta mancando in Italia. Abbiamo un paese che non punta sulla cultura come strumento di riscatto. Gli investimenti in cultura sono limitati o scarsi, tanto che lagune si trovano nella stessa scuola. Bisogna invertire la rotta e trovare tutte le risposte per invogliare i cittadini a leggere. La mancanza del sapere è uno strumento prezioso in mano a chi vuole pilotare la vita dei popoli. La cultura, invece, impedisce di delegare nelle mani degli altri la propria esistenza, poiché la scarsa cultura personale lascia sempre nelle mani degli altri quello che ognuno di noi potrebbe fare per il bene della nazione.