Categories: Cronaca

La rete batte il M5S

È stata la grande forza del Movimento Cinque Stelle: inondavano i social con proclami, sfotto, attacchi contro la casta, facevano girare video dei loro parlamentari chiedendo condivisioni a go go, insomma una gran caciare a non finire. Poi le cose più istituzionali: il blog di Grillo, la nuova piattaforma guidata da Casaleggio, i tanti siti per diffondere notizie, a volte anche non vere ma solo per attirare un clik.
Ora la rete sembra disinteressata alle tante diffusioni dei grillini. Ad aprire i siti civetta sono solamente persone che ruotano intorno al movimento, gli altri, la gente comune, hanno capito la “macagna” e ignorano. Cosa succede?
Succede quello che succede a chiunque ottiene un successo e poi lentamente lo perde perché ha commesso grandi errori. Idem per il M5S, alla conta dei fatti, gli elettori hanno capito che molte erano promesse irrealizzabili, altre occorre molto tempo per realizzarle, altre era solamente propaganda. Hanno capito anche che quel movimento nato sulla scia dell’antieuropeismo si è disciolto e oggi è diventato più europeista del PD.
È proprio la rete che sta facendo perdere il movimento. Non è più quella di una volta, non lo ascolta più, non segue più le sue invettive, a malapena legge il titolo di un post e poi lascia scorrere lo schermo per trovare la foto avvincente dell’amico o dell’amica. Complice anche il fallimento dei sociali, che oggi hanno nuovi algoritmi e gestiscono le cose in maniera differente fermando la propaganda politica e i media, oscurando un po’ tutti.
Quella che era la rete del movimento battezzava come la risorsa per una politica partecipata, si sta rivelando l’ennesimo fallimento di un sistema moderno che si evolve continuamente. La vera democrazia partecipata si fa nelle piazze cercando di far avvicinare a se le persone comuni, cosa che non succede per il movimento, che nelle realtà locali ogni qualvolta organizza qualcosa ci vanno sono gli attivisti, la gente comune li ignora. Credevano che con uno schermo vuoto e silenzioso, dove dall’altra parte non c’è mai nessuno, si riuscisse a fare sempre tutto. È cambiata l’era dei social, ma il movimento non l’ha capito. La rete, quella che doveva cambiare il mondo, è già fallita da un pezzo.

Redazione

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