La vera immigrazione sta al sud e non è quella dei migranti stranieri

La nostra classe dirigente continua a mistificare sull’immigrazione straniera che arriva sulle nostre coste, ma oscurano quello che succede nel nostro paese a riguardo alla grande fuga dal sud. È una nuova ondata che andrà di nuovo a spopolare il meridione e creare disagi sociali. Tra la gente vi è una percezione errata del fenomeno, dovuto alla grancassa di TV, stampa e reti sociali, che parlano continuamente di immigrazione e sostegno ai migranti stranieri, ma dei nostri migranti non interessa a nessuno.
I signori del cartello del potere italiano, i partiti, nascondono il problema reale dei nostri meridionali, che continuano ad emigrare per vivere, dovuto alla crisi del mercato interno, della globalizzazione, che ha comportato un esodo enormemente maggiore verso l’estero e una migrazione interna verso il centro nord, con ulteriore spopolamento del meridione.
Ma i signori della casta sanno cosa significa per un meridionale lasciare tutto e correre lì dove c’è anche una piccola speranza. Non credo. Il potere crea disattenzioni e non riescono a leggere nemmeno i dati pubblicati costantemente sull’emigrazione meridionale. È stato reso pubblico, il 25 ottobre, uno studio della Fondazione Migrantes – Organismo Pastorale della CEI – “Rapporto Italiani nel Mondo” – 14° edizione, da cui risulta che nel 2018, 128.583 persone sono andati via dall’Italia. Nel rapporto si evidenzia che tutte le regioni italiane sono interessate dal fenomeno, ma il sud è quello che soffre di più. Centinaia e centinaia di migliaia di uomini e donne, per lo più giovani, hanno abbandonato città e paesi, i luoghi della loro esistenza, degli amici, delle speranze, dei sogni. Il 40,6% sono giovani tra i 18-34 anni. Il 24,3% si colloca nella fascia anagrafica tra 35 e 49 anni, cioè la parte più attiva della popolazione. Negli ultimi 13 anni le iscrizioni all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono aumentate del 70%: + 2,2 milioni, da 3,1 a 5,3 milioni. I meridionali sono il 48,9%; il 35,5% proviene dalle regioni settentrionali; il 15,6% dal Centro Italia.
Si è innescato uno spopolamento e un depauperamento ormai irreversibile della parte più bella del paese, quel sud che solo per le sue bellezze, tradizioni, storia, mare e monti, potrebbe essere la culla economica dell’interna nazione. Invece non è così, una classe dirigente inutile avuta negli ultimi 40 anni, ha portato la parte bassa del paese ad avere difficoltà maggiori rispetto al passato. Una classe politica, che invece di affrontare i problemi reali, insegue il consenso a tutti i costi prendendo in giro i cittadini con promesse inattuabili, e gli elettori esasperati continuano a credere a chi invece vuole usarli solo per un tornaconto di partito e personale. Politici che sono solo venditori di fumo, e i cittadini non hanno una grande offerta per decidere cosa è meglio per loro, poiché alla fine tutti si rivelano uguali e continuano a offendere il grande popolo meridionale. Se continua questa fuga costante verso altri lidi, il Meridione avrà una diminuzione di 2 milioni di abitanti, i paesi saranno spopolati e invecchiati e socialmente impoveriti, con le natalità ridotte a zero per mancanza di certezze lavorative. È ripresa quella emigrazione interna che ha visto i territori del nord presi come meta sicura. Il sud è pieno di capacità e competenze che, invece di essere impegnate per migliorare i territori, vengono disperse a favore di altre realtà nazionali e straniere. Tutte risorse che vanno a cambiare in meglio modelli sociali altrove lasciando povero un meridione che ha bisogno dei suoi figli. Non è possibile che dal dopoguerra ad oggi le condizioni del meridione sono rimaste identiche. È colpa in primis dei cittadini, che hanno continuato ad eleggere chi gli stava distruggendo la vita, senza aprire gli occhi e dare una svolta alla propria esistenza. Il sud è rimasto senza lavoro, ed è questa la peggiore emorragia mai guarita del meridione.