La violenza sessuale è una bestialità, la magistratura sta sbagliando troppo

Violenza sessuale, quel male che colpisce la serenità delle donne. È una delle violenze più frequenti nella vita delle donne. Ci sono due tipi di violenza sessuale: quella domestica e quella di strada. La più terribile è quella di strada, dove uno sconosciuto abusa sessualmente di una donna in un momento di tranquillità togliendole per sempre la serenità, mentre la violenza domestica arriva sempre da persone che conoscono ed è meno invasiva di quella di strada perché il violentatore lo conoscono. Entrambi però sono due brutalità da combattere, poiché sono commesse a danno della donna senza che essa sia consenziente.
Ultimamente si sta stravolgendo la regola che la violenza sessuale è una violenza senza attenuanti, mentre la magistratura sta trovando in ogni modo cavilli di legge che portano alle attenuanti. Come ho detto prima la donna non è consenziente, quindi trovare un cavillo di legge la offende due volte. La prima volta viene offesa nella sua intimità, la seconda volta è offesa psicologicamente da chi dovrebbe difenderla.
La donna violentata diventa un soggetto pieno di paura. La sua vita si ferma al momento della violenza, il giorno dopo nulla è come prima, tutto quello che le ruota intorno sembra impossibile. Ci vuole molto tempo prima di riprendersi da quel dramma. Molte ci riescono, altre invece si arrendono fino al suicidio. Spesso si sentono responsabili di quello che le è successo, diventano colpevole di un reato che non hanno commesso. La violenza sessuale ferisce la donna nel suo intimo, luogo violabile solo dall’amore e dal rispetto.
“Nessuno può umiliare una donna con il solo scopo di fare sesso. La donna non è un oggetto ma una persona. Deve essere amata e rispettata, non ferita nel proprio intimo”. Passaggio del romanzo “Una nuova vita”. La magistratura sbaglia quando trova cavilli che non rispettano il dramma che ha subito una donna, non c’è nessuna giustificazione per chi violenta una donna, va condannato è basta.