Categories: Cronaca

La violenza sulla donne è molto diffusa nel nord Europa

ROMA- Cosa sta succedendo sulle donne? Un interrogativo che si pongono in tanti. Un fenomeno che non sembra arrestare la sua marcia. Si assiste a una mattanza giornaliera che spesso impone maggiori riflessioni. Va detto che nessun uomo può ritenere la donna di sua proprietà. Va detto anche bisogna riaprire quel corridoio di dialogo che si è spezzato all’interno della coppia. Come va detto che le donne vittime di violenze vanno ascoltate affinché possano liberarsi di un incubo che, spesso, è figlio di un silenzio voluto dalla donna per vergogna di far trasparire quello che le sta succedendo.
Detto ciò, i numeri dicono che l’Italia non è l’unico paese che vive questa piaga sociale, quindi il fenomeno è molto esteso. Secondo dati dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea, i Paesi dove la violenza contro le donne (fisica e/o sessuale) è più forte sono quelli del Nord Europa. Per il momento il nostro paese si attesta sotto la metà della classifica, ben al di sotto della media europea: nel nostro Paese le donne vittime di violenza fisica o sessuale dai 15 anni in poi rappresentano il 27%, a fronte del 52% in Danimarca, del 47% in Finlandia, del 46% in Svezia, del 45% nei Paesi Bassi e del 44% in Francia e Regno Unito. Il fenomeno delle molestie sessuali vede l’Italia al 15%, 32% in Danimarca, 27% in Svezia e Paesi Bassi, 24% in Francia e Belgio). Va però registrato anche un altro dato, elaborato nel 2015 dall’Istat: almeno il 12 per cento delle donne italiane non ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita.
Questi dati dimostrano come il fenomeno non sia di natura solo italiana, anzi, ci sono posti del mondo dove la violenza sulle donne è quasi consentita. Strumenti culturali che nessuno riesce ad abbattere definitivamente. Basti pensare i paesi arabi dove vige una cultura che vede la donna schiava del maschio. I tasti da pigiare su questo argomenti sono tanti. Come sono tante le forme di violenza e le modalità per cui avvengono. Il fenomeno va studiato a fondo. Strumenti di sensibilizzazione non mancano in riferimento a ciò, ma sono strumenti che finora non hanno sortito nessun effetto positivo, e questi reati continuano a persistere come se nessuno ne parlasse. Bisogna invertire la rotta, e creare anche dei centri di ascolto capaci di prevenire quello che può succedere dopo, partendo dall’ascolto stesso della coppia quando al suo interno si verificano le prime difficoltà di convivenza.

Redazione

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