Sab. Giu 10th, 2023

Ieri sera nella puntata Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro, è stato messo in onda un servizio che raccontava le disavventure di chi ha perso il lavoro e non può più onorare i propri debiti. Due intervistati che non negavano di dover pagare, ma non avevano i soldi per pagare. Non potevano farlo perché avevano perso il lavoro. Raccontavano anche i modi poco ortodossi delle società di recupero crediti, che li asfissiavano dalla mattina alla sera fino a spingerli a pensare all’atto estremo. Cose da far arricciare la pelle. Il racconto dei due intervistati è simili alle migliaia e migliaia di italiani costretti a non poter onorare i debiti contratti quando la loro situazione lavorativa era perfetta.

Stiamo parlando di debiti per l’acquisto a rate di beni comuni. Oppure per aver contratto un debito per un prestito finanziario. Debiti con i privati. Inoltre c’è il debito con le istituzioni statali, che portano a non poter pagare acqua, imu, tari, insomma, l’enorme paniere di tasse che ogni anno incombono nella vita dei cittadini italiani. È chiaro che chi perde il lavoro o lo cerca e non lo trova, con una famiglia da sfamare, vede la propria vita finire in un burrone.

I due intervistati non dicevano non vogliamo pagare per capricci, non possiamo pagare perché non abbiamo i soldi per farlo. Se racimoliamo cento euro preferiamo far mangiare i nostri figli. Ed è normalissimo che in una situazione di difficoltà economica si pensa al mantenimento della famiglia assicurandogli perlomeno un pasto. Gli intervistati non chiedevano pietà, ma chiedevano una soluzione per uscire dall’inferno in cui sono entrati. Anche perché non erano giovani, quindi con tanti anni davanti, erano persone che ormai sono classificate giovani per la pensione e vecchi per poter lavorare.