L’alleanza PD-M5S è uguale a quella dell’era politica DC-PCI

Erano nemici storici. Il web è pieno di dichiarazioni al veleno di Di Maio e Zingaretti. Dichiarazioni che oggi fanno ridere. Dopo che se le sono dette in tutti i modi, sono alleati, non solo, sembra ormai spuntato l’amore tra Zingaretti e Di Maio. Il sì al referendum del segretario PD è la dimostrazione che l’amore c’è, e presto può diventare il classico “matrimonio di interessi”.
I due, però, sottovalutano ciò che pensa l’elettorato. Tanto quelli ci votano ugualmente. Sembra essere la teoria dei due innamorati. Il rapporto d’amore avrà una risposta a breve. Il 20-21 settembre gli elettori italiani dovranno esprimersi sul referendum voluto dal M5S, che riduce la rappresentanza in parlamento lasciando molte aree del paese con un vuoto rappresentativo in parlamento. Il risparmio è irrisorio. Era meglio toccare gli enti inutili, ad iniziare da camera di commercio e uffici per l’impiego. Due enti che servono a poco ma costano tanto. Invece no, si tocca sempre quello che è più semplici e non crea disordini e perdita di consensi. Intanto gli italiani pagano.
Alla fine il leader del Pd cede al referendum in cambio di una legge elettorale proporzionale (per tenere il centrodestra lontano dal governo dell’Italia). Ed ecco che il M5s è pronto a votare la legge elettorale proporzionale chiesta dal Pd. Zingaretti ringrazia. È un inciucio perfetto della vecchia era democristiana- comunista della prima e seconda repubblica. Tradotto: il M5S si lascia alle spalle le tante cose dette in campagna elettorale per accedere nei salotti del palamento e diventa uguale a chi c’era prima di loro. È bastato un anno di alleanza col PD per cambiare opinione e stile del movimento. Tutto quello che hanno detto negli anni addietro è stato rimangiato in dodici mesi.