Che strana la vita! A pensare che due anni fa non ci pensavo nemmeno lontanamente, eppure questa sera sono qui e aspetto tremante il suo arrivo. Sono arrivato troppo presto. L’appuntamento è alle otto di questa magnifica serata.
Che ore sono? Oddio! Sono soltanto le sette! Cosa faccio? Ok, mi siedo come due anni fa su questa panchina. Quanti ricordi. Ero venuto a Bracciano per il matrimonio del mio migliore amico, Diego, anche se le nostre strade sono diventate completamente diverse, siamo sempre rimasti grandi amici. Io, uomo d’affari, con una posizione sociale agiata. Diego, invece, semplice impiegato, e sempre preso da problemi economici. Questa distinzione sociale non ha permesso, però, di dividerci. Siamo rimasti uniti come non mai, nonostante la mia posizione mi faccia frequentare gente dell’alta società, con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto naturale e sincero. Sì, è vero, sono stato cinico, arrogante, incomprensibile verso gli altri, ma con lui no, con lui sono rimasto un vero amico. Oggi mi pento delle mie azioni, ma soltanto il percorso della vita può farti cambiare. Ricordo quando venne da me tutto pensieroso: “Lidia è incinta”, mi disse. Era preoccupato. Lo rincuorai. Capivo cosa volesse intendere, ma sapevo che come amico gli avrei consentito di potersi sposare senza problemi. Feci tutto io: arredai la casa, gli abiti da sposa, la cerimonia nuziale, il ristorante, che scelse lui e Lidia. Il giorno del matrimonio era così felice, in fondo anch’io. Poi di corsa sul lago di Bracciano, precisamente Aguillara, per gustare il pranzo di nozze. Non ero abituato a quel tipo di festa. Verso le due di notte, decisi di scendere giù. Intorno a me c’era un gran silenzio. Mi siedo sulla stessa panchina di questa sera. Osservavo le acque muoversi lentamente. La luna disegna un fascio di luce lungo tutto il lago. Il cielo stellato sembra un manto che mi copre dalla rugiada estiva. Non mi sono mai sentito così bene in vita mia. Scopro le semplicità della vita, cosa a me sconosciuta. Continuo a guardare il movimento delle acque rivolgendo lo sguardo verso la riva. Ad un tratto una sagoma di donna cammina a passi lenti lungo la riva le lago. Stupito, osservavo il suo cammino. Indossa un pantaloncino, una maglietta bianca, ai piedi scarpe da ginnastica bianche. Passeggia senza mai distogliere lo sguardo da terra. Segue la sua ombra. Rallenta la camminata. Si ferma. Si gira nella mia direzione, mi osserva da lontano. Inizia a camminare dirigendosi verso di me. Arriva a bordo del marciapiede che costeggia la strada, si ferma. Mi osserva di nuovo. Si avvicina, si siede al mio fianco senza dire una parola. La guardo stupito. Sembra un fantasma uscito dalle acque del lago.
<<Perché sei qui>>, mi chiede.
<<Sono al matrimonio di un mio amico>>, rispondo.
<<Ho fame>>, mi dice.
<<Come hai fame>>, balbetto io
<<Ti prego dammi qualcosa da mangiare>>.
<<Ma…ma…!!!>>
<<Se mi porti due fette di pane e un bicchiere d’acqua, per me sarà come aver partecipato ad un banchetto nuziale.>>
A quel punto non so più cosa rispondergli. Mi giro intorno e non so cosa fare. Per la prima volta sono imbarazzato e intenerito dinanzi ad una donna. La osservo nella sua bellezza: capelli a caschetto biondi, occhi azzurri come le acque del mare, un fisico magro con due seni prosperosi. Potevo abbordarla com’ero abituato a fare, invece dinanzi a quella creatura la mia reazione è di tenerezza e compassione. Mai successo.
<<Aspetta…>>
<<Dove vai, ti prego ho fame, non andare via.>>
<<Tranquilla, quando sono arrivato ho intravisto una trattoria qua dietro, vedo se è aperta.>>
Mi allontano, è aperta, tiro un sospiro di sollievo. Con una mano gli faccio segno di raggiungermi. A passi lenti, quasi sfinita, mi raggiunge. Appena dentro la trattoria chiedo cosa vuole mangiare.
<<Quello che vuoi tu>>, mi risponde.
Chiedo al cameriere di portargli tutto quello che chiede. Il cameriere ubbidisce agli ordini, e inizia a portare tante pietanze. Non avevo mai visto una donna divorare tanto cibo tutto di un fiato. È affamata. La osservo compiaciuto, mi sentivo gratificato, in fondo nella mia vita ho sempre disprezzato persone come lei, quella sera no, ero felice di quello che facevo. A dire il vero non ci capivo, sembro un’altra persona, o forse sono io e mai mi sono accorto di essere una persona con un cuore nobile pronto ad aiutare gli altri. In effetti, l’avevo già fatto, consentendo al mio amico Diego di avare tutto ciò che desiderasse. Durante la cena inizia a raccontarmi la sua esistenza. Le mie orecchie ascoltavano tanta sofferenza e tanta brutalità.
<<Questa sera mi sono ripresa la libertà. Esco da un incubo durato tre anni. Oggi ritorno a vivere>>, esclamò.
Ascoltavo impietrito il suo racconto. Usciva da tre anni difficili fatti di stento e povertà. Era arrivata in Italia dalla Romania con buoni propositi, ma come spesso capita, la realtà non era quella sognata. Lasciata la trattoria, ci dirigiamo verso il lago, continua a raccontarmi la sua vita, io ascolto lasciandola sfogare. Si fanno le quattro del mattino, decido di andare via, ormai anche i festeggiamenti del mio amico Diego sono conclusi. Ci dirigiamo verso il marciapiede, lei si siede sulla panchina, quella dove ci siamo conosciuti, e questa sera aspetto seduto.
<< Non vai via >>, gli chiedo.
<< Dove vuoi che vada, la notte non mi spaventa, la strada è la mia casa>>.
<< Reste qui?>>
<< Certo >>.
Non sapevo cosa dirle, sono letteralmente imbambolato.
<< Vuoi venire a casa mia>>.
<< Cosa cambia, domani, dopo che ti sarai divertito questa notte a scoparmi, mi rimetti di nuovo in strada, preferisco restarci anche questa notte>>.
<< Ma che dici! Non l’ho pensato>>.
<< Dai che è così, le cose belle non esistono, perlomeno per me>>, mi risponde.
Un po’ infastidito vado via. Durante il percorso verso casa penso insistentemente a lei. Parcheggio la macchina, mi sento come frastornato, penso a quel volto che mi ha catturato. Potevo avere tante donne, né avevo avute, ma qualcosa in lei era speciale. Appena in casa mi sdraio immediatamente sul letto. Come un pazzo da manicomio guardo fisso il soffitto. Ogni istante che andava via, dinanzi ai miei occhi passa il suo sguardo, qualcosa si tuffa nel mio stomaco e provocava un vuoto pazzesco. Cosa mi stava succedendo? Non avevo mai provato nessun tipo di sensazioni simili. Nei miei pensieri c’è lei sdraiata su quella panchina a dormire, lì sotto le stelle, senza nessuno che la proteggesse. Mi sento impazzire. Tre ore avevano cambiato la mia esistenza. Ma poi chi è, chi la conosce, mi rammento. Invece, i tuffi continuano a fare del mio stomaco una piscina affollata di emozioni. Mi sento male, quasi mi accingo a correre in ospedale. Dopo un’ora di tormenti mi rendo conto che forse non ho mai conosciuto l’amore. Aveva ragione Diego: “L’amore vero ti prende e ti trascina dove tu non sei mai voluto arrivare, ti stringe lo stomaco, ti ruba l’anima, e un secondo senza di lei diventa un’eternità”.
Dopo venti minuti ero di nuovo al lago, l’angelo del lago dormiva sulla panchina. Cerco di non disturbarla. Mi ci siedo accanto. Chiunque poteva fargli del male: non si era nemmeno accorta della mia presenza. L’alba restituisce i primi raggi di sole in quella mattina D’estate. I suoi occhi si aprono lentamente, mi guarda:
<<Da quando sei qui?>>
<<Non importa, gli rispondo, oggi vorrei portarti insieme a me in giro per la città, ti va?>>
Ironicamente lei: <<Sì, sono libera, andiamo>>.
Oddio, mi sono perso nei ricordi, è ora. Che pazzi che siamo, sposarsi alle otto di sera sulla riva del lago, mai successo nella storia dei matrimoni!!! Eccola! È bellissima con l’abito Bianco. Si avvicina, le stringo la mano:
<<Amore, due anni fa, in questo posto meraviglioso incontrai un angelo. Quell’angelo sei tu. Voglio amarti per sempre. Hai cambiato il mio modo di vedere l’amore. Mi hai insegnato a capire l’amore vero. Ti amo>>.
<<Tu sei il mio principe azzurro, tante volte immaginato nei momenti difficili. Pronto a prendermi in braccio e portarmi via. Non sapevo che esistessero veramente, ma quella sera di due anni fa, quando ti ho trovato accanto a me al mio risveglio, ho capito che il mio principe era arrivato. Ti amo>>.
“Tu Andrea, vuoi la qui presenta Marika come tua sposa? Sì”.
“Tu Marika, vuoi il qui presente Andrea come tuo sposo? Si”.
“Vi dichiaro marito e moglie”
Per la prima volta i miei occhi s’inumidiscono. E’ riuscita anche in questo, a commuovermi.
Applausi e festini degli invitati. Si avvicina il mio carissimo amico Diego:
<< Ma che fai piangi anche tu>>, gli chiedo.
<<No, sì, beh, diciamo che sono incazzato>>.
<<Perché?>>
<<Ho perso 2000 euro>>, Ma che dici.
<<Due anni fa ho scommesso 2000 euro con gli amici che non ti saresti mai sposato, ho perso la scommessa>>.
<<Marika è una donna speciale. Dovevi capirlo da subito che l’avrei sposata. Comunque ti darò io i soldi che hai perso, in fondo se ho conosciuto Marika è anche merito tuo, se non fosse stato per il tuo matrimonio, oggi non l’avrei sposata. Grazie Diego>>.
I fatti narrati sono frutto esclusivo dell’autore, ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale.
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