ROMA- Ogni giorno sentiamo parlare di numeri ottimistici, che poi vengono osannati da gente come Renzi e i suoi uomini. Ma sistematicamente, passa qualche settimana, e quei numeri vengono messi in discussione.
Le misure degli ultimi governi hanno fatto volare solo i contratti a chiamata ed è l’ennesimo flop del Jobs Act certificato dall’Inps. Le assunzioni nel settore privato nei primi cinque mesi del 2017, infatti, sono state 2.736.000, in aumento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2016. Ma il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato, in crescita del 23%, mentre sono diminuite del 5,5% quelle a tempo indeterminato. Inoltre “appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato”, scrive l’istituto. Sempre nell’arco temporale gennaio-maggio, questi passano dai 76.000 del 2016 ai 165.000 del 2017, con un incremento del 116,8%. Questo dato, sottolinea l’Inps, “può essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo”.
Quindi tutti i proclami fatti dal signor Renzi sono stati demoliti dalla realtà, che è ben diversa dalle statistiche. Anche perché le statistiche spesso si sbagliano, e chi cerca lavoro non lo trova o magari trova un lavoro sotto forma di schiavitù che non gli permette di guardare con ottimismo al futuro. L’unico dato certo che oggi si può dare in questo paese, contrariamente alle frottole raccontate da Renzi, è che il lavoro non c’è.
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