ROMA-“Le cifre parlano chiaro: nel Lazio, nel primo semestre del 2015, sono stati attivati 110.345 contratti di lavoro a tempo indeterminato. Il dato, comunicato con soddisfazione dal presidente Zingaretti, non è inventato ma certificato dall’Inps. Poi se il Lazio negli ultimi dieci anni ha perso occupati è proprio del 99% delle economie occidentali, colpite dalla più potente crisi di sempre. Del tutto strumentale è, quindi, il paragone con le cifre del 2000 fatto da alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale. Se, comunque, dopo 8 anni di crisi nera l’occupazione del Lazio torna a crescere prima e più che altrove, anche l’opposizione dovrebbe rallegrarsene. Questo non vuol dire abbassare la guardia. Anzi, ci spinge a fare di più e meglio anche nell’attuazione del programma concertato con le parti sociali nel “Patto per il lavoro e lo sviluppo”, firmato all’indomani dell’insediamento della giunta Zingaretti. Stiamo lavorando per il migliore utilizzo dei fondi comunitari e per dare fiducia alle imprese. Se ora nel Lazio abbiamo meno precari è anche grazie al Jobs Act che ha reso più facile l’accesso al contratto di lavoro a tempo indeterminato per i nuovi assunti che sono soprattutto i giovani, fino a ieri i primi ad essere vittime della precarietà. Altro aspetto da sottolineare è che tutto è trasparente e misurabile, e nessuno può negare i dati dell’Inps: e quindi il 41% del Lazio è il 5% in più rispetto alla media italiana, che si attesta sul 36 per cento. Quanto alla disoccupazione giovanile è un fatto che, per la prima volta nella storia amministrativa della nostra regione, stiamo misurando l’effetto delle politiche attive del lavoro programmate dal nostro assessorato. Nessuno in passato lo ha fatto. Siamo noi che abbiamo reso trasparente, valutabile e misurabile ogni euro speso per le politiche del lavoro”. Lo dichiara in una nota l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Lucia Valente.