Le campagne elettorali sempre inquinate da fatti giudiziari

Rispolverare la costituzione per capire se ha ancora un valore o è solo carta chiusa in una teca. È chiaro che la costituzione è il pilastro della nostra società, e come tale va rispettata fino in fondo, e non solo in piccoli paragrafi. La costituzione è sacra. La stessa recita che un cittadino è innocente fino al terzo grado di giudizio. Questa parte della costituzione è fondamentale, perché negli ultimi anni la magistratura italiana ha sbagliato di parecchio, e spesso ci siamo ritrovati governi caduti ma, poi, gli accusati prosciolti nel terzo grado di giudizio perché il fatto non sussiste. Bisogna fare attenzione, perché accusare e poi ritrovarsi con gli accusati prosciolti, Bè, vuol dire che c’è qualcosa che non torna.
Il dolo sta nel fatto che certi soggetti politici approfittano e incentrano le loro campagne elettorali proprio su questioni giudiziarie ancor prima che si apre un processo vero e proprio. Ed è proprio a ridosso di tutte le tornate elettorali, che ci ritroviamo all’improvviso con arresti e rinviati a giudizio che piovono da tutte le parte. Per carità, tutto legittimo, ma perché proprio a ridosso di una qualsiasi elezione? La domanda se la pongo pure i cittadini. In questi trent’anni il copione si è ripetuto tante volte che non si contano, con obiettivi diversi, ma con logiche politiche sempre stringenti, nascoste dietro lo spauracchio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Proprio tutti ci entrano dentro. L’ultima inchiesta di Milano, guarda caso, la richiesta degli arresti è di due mesi fa, ma hanno avuto il via libera alla vigilia del Consiglio dei ministri sul caso Siri e a 20 giorni dal voto europeo e le amministrative dove si vota il 26 maggio.
Al di là di ogni superflua considerazione, è sempre la magistratura che deve fare il suo corso alla quale spetta l’ultima parola, sarebbe giusto però attendere che oltrepassi il periodo elettorale, altrimenti anche all’occhio dei cittadini il tutto sembra essere meccanizzato, anche perché dopo i risultati dei processi, spesso, dicono il contrario.