Gli esportatori di democrazia nel mondo, ancora una volta hanno fallito, ed è quello che è successo in Afghanistan. La guerra in Afghanistan è iniziata il 7 ottobre 2001. Gli USA e la NATO fornirono, nella fase iniziale, supporto tattico, aereo e logistico. Nella seconda fase, dopo la conquista di Kabul, le truppe occidentali, statunitensi e britannici in testa, hanno incrementato la loro presenza anche a livello territoriale per sostenere il nuovo governo afghano.
Venti anni di occupazione, dove la speranza di democrazia è finita con l’abbandono del popolo afgano, una resa che ha portato i talebani a riprendersi in mano il paese. Infatti nel maggio 2021 viene avviato il ritiro dall’Afghanistan delle ultime truppe statunitensi e della coalizione NATO. In concomitanza con tale ritiro, le forze talebane lanciarono attacchi in diverse aree del Paese, riconquistandone la parte settentrionale. Il 15 agosto i talebani entrano nella capitale Kabul. Tutti ricordiamo la disperazione del popolo afgano di quei giorni, che si aggrapparono anche agli aerei che stavano decollando pur di fuggire via.
Ma ieri è apparsa la notizia che le studentesse di medie e superiori non hanno fatto in tempo ad entrare in aula che sono dovute immediatamente uscire. In Afghanistan i Talebani hanno infatti ordinato la chiusura delle scuole secondarie femminili, contraddicendo quanto stabilito in precedenza e poco dopo la loro riapertura. Il nuovo anno scolastico era previsto per il 21 marzo, primo giorno del nuovo anno, e sarebbero entrati in classe sia ragazzi che ragazze. Una promessa che però non è stata mantenuta. I fondamentalisti hanno deciso all’ultimo minuto di tenerle fuori dalle aule fino a quando non avranno deciso quale sarà la nuova uniforme più consona per loro.
C’è da considerare anche un altro aspetto preoccupante per il popolo afgano: il popolo sta affrontando la peggiore crisi alimentare di sempre – fa sapere Save The Childen – Nel Paese più di 5 milioni di bambini sono a un passo dalla carestia e milioni di giovani vite sono a rischio. 22,8 milioni di persone, tra cui 14 milioni di bambini, saranno vittime di livelli emergenziali di insicurezza alimentare.
Questo è quello che è stato lasciato in eredità agli afgani dopo venti anni di occupazione.