Categories: Cronaca

Le province non andavano chiuse, ora è caos, riapritele

ROMA- Sono sempre loro, i politici, i colpevoli dei guai del paese. Non riescono a fare una legge che vada bene e che risolva i problemi degli italiani. No, ogni legge non è solo inutile, ma arreca danni enormi alla collettività.
Sono inefficienti e, a questo punto, anche super incapaci. La legge per l’abolizione delle province italiana è nata per risparmiare, ritenendole enti inutili e spreconi. Senza dire però che è tutta la politica che è inutile e sprecona, perché se andava chiuso un ente, quelle erano le regioni, che sprecano miliardi di euro ogni anno e non fanno nulla di utile e necessario per i cittadini. Le province erano gli enti più vicini ai cittadini. L’ente che teneva sotto controllo parecchie questioni che riguardano la vita di tutti i giorni delle realtà locali. Niente da fare, bisognava chiuderle.
Nessuno però ha mai detto che i costi delle province non era la politica, ma tutto quello che ruota intorno alle province, cioè la macchina burocratica provinciale. Dopo la chiusura cos’è successo, che tutti i costi, escluso quelli dei politici, sono rimasti inalterati, poiché i dipendenti, i palazzi, le società partecipate, sono riamaste lì com’erano. Quindi quei costi oggi sono sempre lì e aumentano invece di diminuire. Risparmiati i bruscolini, i politici credevano di aver fatto il botto. Sbagliato, ora i guai sono ancora più grossi.
Ad iniziare dalle città metropolitane, che vedono come presidenti i sindaci di capoluogo, e per finire alle altre province, dove la macchina politica è eletta tra di loro, ci sono difficoltà economiche che ormai diventano insuperabili, proprio perché non esiste più quella logica politica capace di risolvere le situazioni. È vero che le province erano diventate una macchina di voti, ma è anche vero che a farla diventare tale sono stati i politici stessi. Formalmente le province sono state chiuse, ma nel reale non sono mai state chiuse, si è solo tolta la macchina politica che arrivava attraverso il voto.
La chiusura delle province è stato un guaio per i cittadini, poiché adesso le difficoltà sono aumentate: strade rotte e nessuno le ripara, scuole allo sfascio e nessuno le aggiusta, sanità locale allo sfascio e nessuno fa qualcosa, il lavoro manca e nessuno interviene, insomma, è aumentato il caos e i politici fanno apparire tutto perfetto. Riapritele, e se veramente volete chiudere qualcosa, chiudete le regioni, perché lì veramente c’è lo spreco assoluto della macchina pubblica. La provincia è l’unico ente più vicino ai cittadini.

Redazione

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