Categories: Cronaca

Le quattordicesime vanno via per pagare debiti

ROMA- C’è una sofferenza in giro spaventosa, eppure i numeri benevoli degli istituti di statistica dicono il contrario. A questi numeri nessuno ci crede. Ci credono solo i politici di governo che, pur di mantenere l’atmosfera fresca, fanno di questi numeri un caposaldo della loro politica. Purtroppo non è così. Gli italiani stanno indebitati fino al collo, fanno prestiti e finanziarie per pagare i debiti nei confronti dello stato, comuni e regioni.
Tra la seconda metà di giugno e la prima di luglio oltre 7 milioni di persone hanno ricevuto o riceveranno l’attesa mensilità in più, per la quale quest’anno saranno erogati complessivamente 6,7 miliardi di euro, in crescita di 900 milioni sul 2016 grazie all’ampliamento della platea di percettori tra i pensionati. Ma la mini-iniezione di liquidità, un tempo adibita soprattutto alle vacanze, quest’anno verrà destinata solo minimamente ai consumi: quasi la metà del monte totale (49%, pari a 3,3 miliardi di euro) verrà infatti utilizzato per pagare tasse e spese obbligate, da quelle per la salute ai conti in sospeso. È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Economico Confesercenti sulla base dei dati Istat e un survey SWG.
Lo scarso utilizzo della quattordicesima per i consumi – spiega l’Ufficio Economico – suggerisce un quadro caratterizzato ancora dall’incertezza delle famiglie che, nonostante il recupero del potere d’acquisto avvenuto negli ultimi due anni, sono ancora alle prese con una situazione economica difficile, che li porta ad utilizzare la quattordicesima principalmente per saldare i conti, lasciando poco spazio per fare le formiche o le cicale. E c’è anche un 20% di percettori che la vorrebbe vedere spalmata durante tutto l’anno, per avere un po’ di liquidità in più ogni mese. La dimensione di ‘sussistenza’ della quattordicesima diventa ancora più evidente restringendo l’analisi ai soli pensionati: in questo caso l’utilizzo della mensilità aggiuntiva per le spese obbligate è in media il 76% del totale: il 40% per i conti in sospeso, il 21% per la salute ed il 15% per il fisco. Livelli elevati, che dimostrano come sia stato opportuno intervenire su assegno e platea dei percettori. Rimane comunque la necessità di un’azione più generale di stimolo alla spesa delle famiglie, che coinvolga tutte le fasce della popolazione.

Redazione

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