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Legge elettorale: siamo tornati al 1923

ROMA – Fuori palazzo Montecitorio ci sono migliaia di persone che dicono no alla nuova legge elettorale voluta dal PD con l’aiuto di Forza Italia e Lega. Tanta gente del M5S fa eco a quella che si può definire la nuova era fascista. In altri punti della città altre opposizioni stanno protestando contro il governo Gentiloni.
Era il 1923 quando per la prima volta nella storia d’Italia venne apposta la fiducia su una legge elettorale. C’era il Fascismo e si trattava della legge Acerbo, fortemente voluta da Benito Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. Allora si opposero i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo. Oggi c’è molta differenza, c’è un nuovo potere che non vuole perdere la poltrona, e con questa legge elettorale si assicura la permanenza in parlamento.
In questi mesi c’è stata una certa sinistra mascherata sotto le spoglie del PD, ex PCI, che hanno parlato di apologia del fascismo, chiedendo una legge che mettesse al bando simboli e gesta del fascismo, e poi che fa, fa quello che ha fatto il fascismo quasi cento anni fa. Apologia del fascismo è ignorare la volontà popolare, impedendo agli italiani di esprimersi democraticamente. Nel 1923, quando venne approvata la legge Acerbo ci furono grandi proteste, perché quella legge prevedeva un premio enorme per il partito vincitore. Una legge cucita su misura sul Partito nazionale fascista di Benito Mussolini. Infatti sarebbe servita al Duce per prendere definitivamente il potere.
Con il Rosatellum non si potrà più scegliere chi votare con la propria preferenza, si potrà assegnare solo il seggio a coloro i quali sono piazzati in lista dai capi di partito. Fare questa legge ora significa andare contro alle regole che ci ricordano anche organismi terzi, per cui non si deve cambiare la legge elettorale nei dodici mesi precedenti il voto. Si sta facendo una legge che non garantisce agli italiani chi scegliersi, ma devono, ancora una volta, votare i simboli e non le persone. I partiti storici sono terrorizzati che qualcosa possa cambiare e gli italiani gli voltino le spalle e loro perdono definitivamente il potere.

Redazione

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