Autunno 2022. Roma, Porta Portese. In un ristorante sul Tevere, alle prime luci della sera, l’attore e doppiatore Leo Gullotta, sta cenando con un collaboratore, quando una signora, seduta al tavolo accanto, riconosciutolo, si avvicina per chiedergli un autografo.
“Buonasera, Signor Gullotta!…non ci posso credere, è proprio lei!…Appena l’ho vista, l’ho riconosciuta subito!…Mi scusi se la disturbo, mentre sta cenando, ma vorrei chiederle la cortesia di dì farmi un autografo…dovrebbe scrivere: “Ad Anna di Scandicci, con affetto”…”, chiede con timidezza e, al tempo stesso , euforia, una signora in visita dalla Toscana nella Capitale.
“Ma quale disturbo e disturbo, si figuri, Signora Anna!…certo che le faccio un autografo…Mi dia solo il tempo di chiedere al cameriere di portarmi un foglio e una penna, così da accontentarla subito!…”,mostra tutta la sua disponibilità l’attore, alzatosi in piedi per richiamare l’attenzione di un cameriere al quale chiede di portare un block notes.
“Senta, non per essere indiscreta, ma perché non fate più quegli spettacoli così belli del Bagaglino?…Io , ero tanto contenta di vederla in televisione… e poi, quante serate di divertimento , quante risate che mi ha fatto fare con i suoi personaggi, le sue parodie!…Io vivo sola da sempre, sa?… per me, il sabato sera era una vera festa…La vuol sapere una cosa, signor Gullotta?…a me, la Signora Leonida, la mi manca parecchio, anche perché ci assomigliamo tanto!…”, rivela la signora, cui Gullotta risponde, ringraziandola: “Signora, non mi dica così, che mi fa commuovere!…Sapesse quanto mancano anche a me il Bagaglino e quelle serate spensierate del sabato!…Quanta emozione, il pubblico del Salone Margherita!…le risate fino alle lacrime della platea, l’ingresso in scena, i balletti, le musiche…Eh, tempi d’oro quelli!, quando gli sketch si provavano per ore e ore, per settimane!…Adesso, la Tv è cambiata, altri ritmi, altra realtà…Comunque, signora bedda, io non sono mica sparito, sa?…La Signora Leonida, sì, è andata in pensione, dopo tanti anni, ora si gode il meritato riposo, ma io no!, io sono qui e può sempre venirmi a vedere al cinema o in teatro…l’aspetto a braccia aperte, per farla emozionare ancora come tanti anni fa!…Grazie nuovamente per le belle parole che mi ha detto e per i complimenti…del resto, noi attori lavoriamo per voi, per il pubblico!…”.
Quindi, congedata l’ammiratrice con l’agognato autografo, seguito da un selfie, l’attore si siede di nuovo al tavolo, riprendendo la discussione interrotta con il suo collaboratore.
“Dicevamo?, dove eravamo rimasti?…Ah, sì, stavamo discutendo della tournée teatrale del 2023…Mi dicevi che a marzo siamo a Cosenza per il Festival di Rende?…”, chiede conferma al collaboratore, l’attore.
“Sì, a fine marzo siamo a Cosenza…Senti, Leo, scusa se mi permetto…ma non ti infastidisce che il pubblico tra tutte le interpretazioni di successo, pluripremiate e apprezzate dalla critica che hai fatto nella tua carriera si ricordi e ti ricordi sempre della Signora Leonida e delle tue parodie per il varietà ?…”, domanda il collaboratore all’attore.
“Vedi,carissimo, è una pessima abitudine italiana sottovalutare il lavoro dei comici. Niente di più errato. Un grande autore, ad esempio Shakespeare, prevede tutto, basta interpretarlo; per realizzare una scenetta comica, invece, è indispensabile provare tutto, spazi, respiri, battute , gesti, non basta la conoscenza tecnica. Bisogna avere orecchio, ritmo, sapersi muovere in sintonia con le aspettative del pubblico… Tra le doti e le abilità più importanti per un attore vi è senza dubbio la versatilità, la capacità di sapersi adattare ad ogni situazione, passando con naturalezza da un registro all’altro, dal comico, al drammatico, riproducendo in maniera verosimile e, non imitando, la realtà e ciò che accade nell’esistenza di ciascuno di noi…E poi, caro mio, bisogna imparare a giocare di più con la vita, essendo consapevoli che, se cadi, ti rialzi, ti aggiusti e dopo un attimo ricominci, sempre con un bel sorriso!…”.
“La caratteristica più immediata nell’arte di Leo Gullotta è certo la poliedricità, vissuta però come moltiplicazione espressiva e mai come fuga nella superficialità. La poliedricità artistica di Gullotta non è solo un fatto di tecnica interpretativa o di naturale predisposizione ad affrontare diversi codici recitativi, viceversa, è il risultato di una vera e propria scelta di vita , di una curiosità inesauribile per le varie esperienze dello spettacolo, di una generosità umana e professionale che lo porta a superare i confini delle specializzazioni e delle formule e a frequentare piuttosto i territori delle contaminazioni”. Così, il giornalista e critico cinematografico, Franco Montini nella biografia ufficiale per il “Premio della Critica Cinematografica e Televisiva di Castello di Precicchie”, a proposito del talento versatile e della capacità di passare dai toni del dramma a quelli della commedia dell’attore e doppiatore Leo Gullotta.
Nato a Catania, il 9 gennaio 1946 da Carmelo, pasticcere, e da Santina, casalinga, Salvatore Leopoldo Gullotta, detto “Leo”, cresce con i sei, tra fratelli e sorelle maggiori, nel quartiere popolare del Fortino.
Trascorsa l’infanzia e l’adolescenza come spettatore al cinema e a teatro, dove resta affascinato dai film di Ava Gardner e Orson Welles e dalle pièce in scena presso il Teatro Stabile cittadino, come “Adelchi” recitato da Vittorio Gassmann, non sogna di diventare attore, ma, iscrittosi al Liceo Artistico, di insegnare Storia dell’Arte e Disegno dal vero.
Poi, ancora studente, viene attratto da un manifesto del Centro Universitario Teatrale affisso nei corridoi della sua scuola ,che invita a presentarsi alle selezioni per accedere ai corsi per soli dodici allievi, e, spinto dalla curiosità, decide di partecipare. Quindi, sottopostosi al provino, consistente nella lettura di un brano di “Adelchi” di Alessandro Manzoni, viene ammesso al corso, esordendo in teatro negli anni del diploma , con piccoli ruoli recitati in pièce attinte dai classici della Drammaturgia italiana e internazionale, accanto agli attori e alle attrici più affermati, da Turi Ferro a Salvo Randone e Ave Ninchi, con i quali recita per un decennio presso il Teatro Stabile Massimo Bellini di Catania,.
Scritturato come comparsa nello sceneggiato Rai “Mastro Don Gesualdo”, adattamento dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga , diretto da Giacomo Vaccari e, girato a Vizzini , in cui interpreta il ruolo di un cameriere, per tutto il decennio Sessanta, si dedica al palcoscenico, portando in scena testi del repertorio classico, contemporaneo e dialettale, tra i quali: “L’avaro” e “Il malato immaginario” di Molière, “Lu surdatu vantaloru”, adattamento in dialetto siciliano della commedia latina di Plauto “Miles gloriosus”, ”Molto rumore per nulla”, di William Shakespeare, “Morti senza tomba” di Jean Paul Sartre, “Zio Vanja” di Antonov Checov, “Questa serie si recita a soggetto”, “Sei personaggi in cerca d’autore”, “Enrico IV”di Luigi Pirandello, “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia e “I Viceré” di Federico De Roberto.
Quindi, negli anni Settanta, trasferitosi a Roma, pur senza mai abbandonare il Teatro , esordisce nel Cinema, in ruoli da caratterista, interpretati in pellicole come: “Ride bene…chi ride ultimo” di Pino Caruso e “Squadra antitruffa” di Bruno Corbucci , grazie alle quali mette in luce le sue doti comiche, affinate durante le sue esibizioni in locali di cabaret quali: “Puff” e “La Chanson”, e con la partecipazione a varietà Tv Rai come “Dove sta Zazà”, di Antonello Falqui.
Di nuovo sul palcoscenico, porta in giro per i teatri d’Italia drammi e commedie come: “Recitazione della controversia” di Leonardo Sciascia , “La violenza” di Giuseppe Fava, “Don Giovanni involontario” e “Don Giovanni in Sicilia” di Vitaliano Brancati, “Macbeth” di William Shakespeare, “La patente” di Luigi Pirandello, “L’impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni, “Opera buffa” (da Il proboviro) di Giuseppe Fava, “Portobrutto” di Mario Amendola e Bruno Corbucci, “Sciampo” di Enzo Di Pisa e Michele Guardì.
La vera popolarità, però, arriva solo nel decennio Ottanta, grazie a caratterizzazioni in film d’autore, quali: “Café Express” , “Testa o croce” , “Scugnizzi”, “Mi manda Picone” di Nanni Loy, pellicola quest’ultima con cui si aggiudica il Premio Nastro d’Argento come “migliore attore non protagonista”, “Il camorrista” di Giuseppe Tornatore, con cui vince il David di Donatello per il “miglior attore non protagonista”, “Nuovo Cinema Paradiso”, premio Oscar al miglior film straniero, diretto dallo stesso Tornatore, “Tango blu” di Alberto Bevilacqua,“Operazione pappagallo” di Marco Di Tillo e “L’insegnante di violoncello” di Lorenzo Onorati.
Interprete anche di commedie all’italiana come “Grandi magazzini” di Castellano e Pipolo, nel 1986 partecipa ai varietà televisivi Rai di Pier Francesco Pingitore, “Sogni di gloria” e “Per chi suona la campanella”, preludio al grande successo di “Biberon”, in cui oltre a dar vita a caricature di personaggi famosi dello spettacolo e della politica, crea anche personaggi inediti.
Cimentatosi anche nel doppiaggio di attori come Joe Pesci, nelle pellicole “C’era una volta in America”, “Moonwalker”e “Mio cugino Vincenzo”, negli anni Novanta, non abbandona il Teatro, portando in scena rivisitazioni di classici come “Stichus” di Plauto, nella versione della Scuola di Teatro dell’INDA, e neppure il Cinema, per cui impersona ancora dei “caratteri”, alternando film drammatici a commedie , quali: “Stanno tutti bene”, “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore, “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanni Loy, “La scorta” di Ricky Tognazzi, “Uomini, uomini,uomini”, “Simpatici & Antipatici” di Christian De Sica, “Palla di neve” di Maurizio Nichetti, “Selvaggi” di Carlo Vanzina, “Il carniere”,”Un uomo perbene” di Maurizio Zaccaro, pellicola grazie alla quale vince due premi David di Donatello come “miglior attore non protagonista”.
Tra i volti del Bagaglino, compagnia di comici fondata a Roma da Pier Francesco Pingitore e da Mario Castellacci, dal 1991 al 2006, anima i varietà del sabato sera Rai e Mediaset (“Crèm Caramel”, “Saluti e baci”, “Bucce di banana”, “Champagne”, “Rose rosse”, “Viva l’Italia”, “Viva le italiane”, “Gran Caffè”, “Il ribaldone” ,”Buffoni”, “Saloon, Marameo”, “Mi consenta, Barbecue”, “Tele fai da te”, “Torte in faccia” ed “E io pago”), dando vita al personaggio, molto amato dal pubblico, della Signora Leonida e a una serie di parodie e imitazioni, tra le più esilaranti, quelle della giornalista Rosanna Cancellieri , della showgirl e conduttrice Raffaella Carrà, dell’attrice Gina Lollobrigida e della conduttrice Maria De Filippi.
Applauditissimo in “Vajont” di Renzo Martinelli, film del 2001, in cui interpreta il ruolo drammatico dell’”ingegner Mario Pancini” , tra i progettisti della omonima diga , che il 9 ottobre del 1963 cedette sotto il peso di una frana, causando la distruzione del paese del Longarone e la morte di 2000 persone, si aggiudica il premio Ciak d’Oro e il premio Nastro d’Argento come “migliore attore non protagonista”.
Divertiti gli spettatori con la commedia per la Tv “In questo mondo di ladri”, di Carlo Vanzina, convinto che l’”attore debba emozionarsi per emozionare il pubblico”, continua ad alternare toni comici a quelli drammatici, partecipando a film quali: “Guardiani delle nuvole” di Luciano Odorisio, “Fatti della banda della Magliana” di Daniele Costantini, “Baarìa” di Giuseppe Tornatore,”Il padre e lo straniero” di Ricky Tognazzi, “L’ora legale” di Ficarra e Picone, “Sono solo fantasmi” di Christian De Sica, “ll delitto Mattarella” di Aurelio Grimaldi, e a serie televisive, come: “La madre inutile” di Josè Maria Sanchez, “Operazione Odissea” di Claudio Fragasso, “Onora il padre” di Gianpaolo Tescari, “Cristallo di rocca”, “Il bell’Antonio”, tratta dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati e “Cuore” di Maurizio Zaccaro, quest’ultima desunta dall’omonimo libro di Edmondo De Amicis, grazie alla quale ottiene i premi Campitello d’oro al Sannio FilmFest, Telegatto ed Efebo d’Oro e “Il cuore nel pozzo” di Alberto Negrin.
Chiuso nel 2008 il sipario sul Bagaglino, con la sua ultima partecipazione allo spettacolo di Pingitore trasmesso su Canale 5, dal titolo “Gabbia di matti”, anche nel nuovo Millennio calca i palcoscenici teatrali con le pièce dirette da Fabio Grossi: “Gadda70 anni dopo in Abruzzo”, curata da Errico Centofanti ,“Senza perdere la tenerezza” di Paco Ignazio Taibo II, “L’uomo, la bestia e la virtù” , “Il piacere dell’onestà” e “Pensaci Giacomino” di Luigi Pirandello, “Gender Gangup Here”, lettura del testo teatrale dello stesso Grossi, liberamente tratto da ”Spettri” di Henrik Ibsen, “Le allegre comari di Windsor”, “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, “Prima del silenzio” di Giuseppe Patroni Griffi e “Spirito allegro” di Noel Coward.
Testimonial in pubblicità di noti marchi , doppiatore ufficiale di Woody Allen in “To Rome with Love”, “Gigolò per caso” e “Café Society”, ma anche di personaggi di pellicole d’animazione come il “mammuth Manfred” ne “L’era glaciale”, produttore di documentari ,quali “In arte Lilia Silvi”, scritto e diretto da Mimmo Verdesca, sull’ ultima diva dei telefoni bianchi, vincitore di un Nastro d’Argento e di un Giglio fiorentino d’argento al Valdano Cinema Film Festival e ,presentato a vari Festival , e del docu-film “Un sogno in Sicilia”, sull’esperienza e le difficoltà di giovani attori e attrici impegnati nell’allestimento di un testo shakespeariano, scrittore delle autobiografie “Mille fili d’erba. Ovvero: come vivere felici anche su questa terra”, pubblicata da Di Renzo editore e “Leo Gullotta, la serietà del comico”, scritta a quattro mani con Andrea Ciaffaroni, edita da Sagoma editore, nel 2022 ha raccolto un largo consenso con la serie Tv Netflix “Incastrati” di Ficarra e Picone.
Superati i sessant’anni di carriera, è attualmente in teatro con lo spettacolo, di e con Fabio Grossi, “In ogni vita la pioggia deve cadere”.
Di sé e della sua professione di attore, ha detto: “Ciò che rende veramente grande un attore è la leggerezza , è il carisma, è la rara capacità d’emozionare il pubblico, perché il personaggio è vivo e l’attore lo fa vivere e rivivere e poi rivivere e vivere ancora ogni sera. Studio e volontà sono le due cose che mi hanno sempre guidato. Me lo hanno insegnato i grandi, ma anche la vita”.
N.B. Si precisa che i fatti raccontati sono frutto di una ricostruzione fantasiosa della giornalista , pur traendo spunto da dati biografici reali.
Per la biografia e le citazioni, fonti: sito ufficiale dell’attore: www.leogullotta.it, citazione del giornalista Franco Montini contenuta nella biografia ufficiale per il “Premio della Critica Cinematografica e Televisiva di Castello di Precicchie,