Categories: Cronaca

Lettera di un’Europa promessa e mai avuta

Egregio Direttore,
il dibattito sull’Europa di questi giorni ci stimola a riflettere su quello che è il ruolo di un’Europa che appare sempre più distante dai cittadini. Ci avevano detto e ci avevano convinto della necessità di avere una patria europea fondata su una identità culturale formatasi nei secoli attraverso un comune cultura filosofica, letteraria, scientifica sin dal medioevo ; ci avevano detto e ci avevano convinto che i 60 milioni di morti della prima e della seconda guerra mondiale rappresentavano al tempo stesso una remora a rifiutare un triste passato e una delle principali ragioni per realizzare una Europa unita; ci avevano detto e ci avevano convinto di essere diventati figli della pace per l’assenza, per la prima volta dal ’45 ad oggi, di guerre nel continente; ci avevano detto e ci avevano convinto della necessità di una unità pur nella diversità delle lingue e delle tradizioni; ci avevano detto e ci avevano convinto che in un mondo globalizzato l’unita del continente sarebbe stato un punto di forza e una leva per lo sviluppo, la crescita e l’occupazione; ci avevano detto e ci avevano convinto che una moneta unica ci avrebbe garantito una solidità ed una forza risolutiva per affrontare qualsiasi tempesta finanziaria e per mettere al riparo i nostri risparmi; ci avevano detto e ci avevano convinto che l’abolizione dei confini, una mobilità senza frontiere ed un mercato comune ci avrebbe portato più libertà e più occasioni di lavoro, specie per i giovani; ci avevano detto e ci avevano convinto che l’Europa unita avrebbe affrontato in maniera adeguata il fenomeno epocale delle migrazioni, creando un sistema comune di asilo su tutto il nostro continente; ci avevano detto e ci avevano convinto che l’Unione europea sarebbe diventata un esempio nobile di democrazia, cooperazione e coesione sociale. Ci avevano detto e assicurato, soprattutto, che ogni Paese, in caso di bisogno, sarebbe stato sostenuto immediatamente ed efficacemente da tutti gli altri Paesi dell’Unione. Quanti errori, quante bugie in quelle che, sempre più, si stanno dimostrando vuote parole e false assicurazioni. A cominciare, da ultimo, dalle migrazioni, che hanno visto l’Italia e la Grecia spregiudicatamente abbandonate a stesse nell’affrontarle, e a finire, proprio in queste settimane, alla drammatica emergenza Covid-19 ed a tutte le sue terribili conseguenze, che si prospettano disastrose se non affrontata adeguatamente ,con celerità e, soprattutto, congiuntamente alle componenti nazionali della cosiddetta Unione.. Il tanto decantato europeismo che, autonobilitandosi, ama richiamarsi a De Gasperi, Monnet, Spinelli, Schuman, Adenaur, e Spaak, si rinchiude ora, in un momento in cui la Storia ci pone di fronte ad una emergenza epocale che lancia ombre inquietanti sul nostro futuro, in un nazionalismo miope, bieco, vigliacco e traditore. La Germania, l’Olanda ed alcuni Governi del Nord stanno per sacrificare il presente ed il futuro dell’Europa unita, e della nostra stessa Italia.. La loro avversione ai cosiddetti coronabond, palese o occulta, come nel caso della Germania, attenta in maniera virulenta e drammatica, proprio come il covid-19, alle fondamenta dell’Unione e rischia di far crollare su se stessa tutta la costruzione che ci avevano idealizzata. Se persiste questa loro iniqua e perversa scelta, c’è la necessità, allora, di ripensare la (ri)costruzione di una “nuova” Europa e di riscrivere totalmente le regole, tenendo però presente tutto quanto sta accadendo. Perché se questa è l’ Europa di oggi, non credo che questa perfida e stupida matrigna ci possa rappresentare Di Luigi Roma – Avvocato Federbalneari Italia Assobalneari Campania

Redazione

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