ROMA- Codificare tutto il sistema europeo è una impresa impossibile. Sono tanti puntini messi lì che non hanno dato la svolta al vecchio continente. Tutti quei puntini messi insieme hanno distrutto i popoli europei. Nessuno la vuole, nessuno la desidera, eppure si continua a dare mandato ad un organismo che sta trasportato i popoli europei alla fame. Parliamo di questa Europa costruita in modo sbagliato, ma nessuno ha il coraggio di defilarsi, per primo l’Italia.
Ho il sospetto che Berlusconi si era reso conto di questo macigno che poggia sulla testa degli italiani, e forse voleva uscire dall’Europa, e proprio per questo desiderio di riconquista di un’autonomia di patria, sta pagando. Evidentemente Berlusconi in quel periodo di forte austerità imposto dall’unione europea voleva fare le valige, ma gli è stato impedito. Poi è arrivato il signor Monti, messo lì da Napolitano, a fare il bello e cattivo tempo a favore dell’Europa e a discapito del popolo italiano. Risultato, in un anno di governo dei banchieri, i cittadini si sono visti soffocati dalle tasse e dall’austerità perché così chiedeva l’Europa.
Di austerità non si vive, si muore. L’Europa questo non l’ha capito e continua a chiedere sacrifici a paesi come l’Italia. L’Italia per colpa dell’Europa sta diventando un deserto, da cui tutti scappano. Soprattutto scappa il mondo imprenditoriale, che non riesce più a sostenere il peso enorme della pressione fiscale, che ormai ha raggiunto il picco, nel reale, del 70%. È giunta l’ora di uscire dall’Europa e riprenderci la sovranità monetaria. L’Italia ha versato 53 miliardi per i fondi salva stati, una cifra spaventosa che ha giovato solo alle banche tedesche esposte con Atene. L’Europa oggi è diretta da interessi lontani e opachi, che poco c’entrano con gli interessi dei cittadini. Come si fa a non colpevolizzare questa Europa lontana dai popoli e dai loro problemi? La politica del Fiscal compact nel 2014 ci costringerà a 50 miliardi di tagli l’anno. Noi non possiamo farcela. Smetterla con questo sistema che vede la metà del nostro Pil nelle mani di sconosciuti per poi dovergli chiedere i nostri soldi attraverso i fondi strutturali. No, i soldi sono nostri, meglio gestirli noi che farli gestire da altri.
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