ROMA- La Libia di nuovo al centro del fuoco di guerra. Una volta si è combattuto per annientare il potere di tripoli eliminando Gheddafi, adesso la porta della guerra si apre per difendere il petrolio dagli attacchi dell’isis.
Obama nel suo viaggio europeo è venuto a chiedere più impegno da porte dell’Europa contro il terrorismo islamico sia in Siria sia in Libia. Il presidente americano sembra aver convinto i suoi alleati a scendere in campo per porre fine al predominio che l’isis sta prendendo in certi paesi, dove, però, c’è il petrolio da difendere.
Renzi in primo momento ha fatto il pacifista, ma ora non può tirarsi indietro, anche perché l’Italia dovrebbe avere un ruolo chiave in questa nuova guerra in Libia. L’appello dell’Onu ha ottenuto il “sostegno” del G5, ossia Usa, Gran Bretagna, Italia, Francia e Germania. Chiaramente al centro di tutto, per il governo, c’è la possibilità di far cessare il flusso di migranti verso l’Italia avendo a Tripoli un governo forte che possa governare e gestire al meglio il paese.
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