C’è qualcosa che non torna nella guerra lanciata dai partiti di centrodestra e Italia Viva al reddito di cittadinanza. In primis va detto che se si vuole risparmiare bisogna eliminare tutte quelle spese superflue che gli italiani pagano a caro prezzo. Auto blu, vitalizi, pensioni garantite dopo una legislatura, stipendi faraonici dei parlamentari, e tanti altri sprechi che fanno della nostra repubblica una mangiatoia senza fine.
Eppure i politici l’unico strumento giusto che è stato fatto dopo la fine della guerra vogliono eliminarlo. Favorisce troppo chi ne ha bisogno?
Ieri Renzi ha lanciato la raccolta firme dal 15 giugno per abrogarlo. La peggiore proposta mai sentita da parte di un partito. Poi un parlamento sano non lancia una guerra al reddito, semmai lavora per aggiustarlo nelle sue storture, e fa in modo che lo strumenti arrivi a chi veramente ne ha bisogno. Se il numero dei percettori è salito, è segno che ci sono enormi difficoltà nella società civile. La mancanza di lavoro “serio”, quello che ti permette di costruire il futuro, non c’è. Non è mai esistito. Il sud è il maggiore territorio dove ci sono più percettori del reddito. Perché? Semplice: c’è fame di lavoro e c’è fame di stabilità. Se al sud sempre più famiglie e persone chiedono il reddito, vuol dire che c’è una situazione di disagio impressionante. Non è un situazione attuale quella del sud, è da quando c’era la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, oggi PD, che il sud ha sempre navigato nel buio. Tutte le condizioni di benessere sono state costruite al Nord, mentre al sud è stato regalato assistenzialismo e clientelismo politico. Tutto ciò ha determinato la situazione attuale. È un fallimento totale della politica e dei politici dei partiti. Ora gli stessi vogliono togliere ai bisognosi l’unica bombola di ossigeno che in questi ultimi tre anni ha permesso a molte famiglie di sopravvivere.