Sab. Giu 10th, 2023

Inverno 2022. Roma, quartiere Della Vittoria. L’attore Lino Guanciale , atteso presso la sede Rai di Viale Mazzini per la presentazione di “Noi”, serie televisiva di cui è protagonista e che andrà in onda sul primo canale il 6 marzo, è alla guida della sua automobile, in cerca di un parcheggio.

Effettuati numerosi giri di ricognizione in attesa che si liberi un posto, proprio quando si accorge , guardando l’orologio, di rischiare di arrivare in ritardo, avvista il guidatore di un’utilitaria in procinto di mettere in moto e liberare lo spazio.

Tuttavia, da un incrocio, sbuca una vettura di grossa cilindrata con alla guida un autista e a bordo un passeggero, che, abbassato il finestrino e ,sportosi fuori, esclama a gran voce: “Miooooooo!.. il posto è mio, scansate, che c’ho la precedenza!…”.

“No , senta , scusi, veramente, c’ero prima io!…e poi , quel  posto,mica è il suo,  mica se l’è comprato!…il marciapiede è pubblico, quindi è di tutti!…”,replica Guanciale, abbassato il finestrino della sua automobile.

“Guardi, che lei non sa chi c’è a bordo di questa macchina!…Si tratta di una persona molto importante, molto in vista,  da cui dipendono le sorti dell’urbanistica di questa città e lei ci sta facendo perdere un sacco di tempo e sta facendo perdere qualche casa ai romani, magari a una famiglia!…Non glielo ripeto più, si sposti  e mi lasci parcheggiare, che, magari, se fa er bravo, il Commendatore, che è  una persona tanto perbene e garbata, gli fa pure ‘n’regaluccio!…”, spiega l’autista, incalzato dall’attore: “No, senta, io non voglio nessun “regaluccio”, voglio solo parcheggiare la mia macchina e arrivare in tempo al mio appuntamento di lavoro…E poi, a me non interessa proprio nulla del Commendatore  e di chi ci sia a bordo dell’auto che guida!, per me ogni persona è importante  o come dice lei: “in vista”,in quanto è un  essere umano, indipendentemente dal suo status sociale!…”.

“Bravo, ma quanto sei bravo!…”, si ode una voce provenire dal sedile posteriore dell’auto guidata dall’autista, “Te, devi esse uno de quegli intellettuali che parlano e  filosofeggiano dalla mattina alla sera, ma che poi non sanno niente delle cose della vita, di quella vera, intendo!…Te, hai detto che non te ne importa niente di chi so’ io, be’ te lo dico io chi sono: il Commendator  Nino Di Leo, fu Salvatore…mio padre era uno spazzino e mia madre una casalinga…io so’ andato a lavorà che ero un pupo, perché i miei genitori non c’avevano i soldi pe’ famme studià…ma io c’ho sempre avuto una bella capoccia e da operaio so’ diventato proprietario di un’azienda di costruzioni, la più grande del Lazio e mo’ c’ho un appuntamento con un notaio pe’ firmà le carte necessarie pe’ rilevà un terreno e costruì ‘n’palazzo, un bel condominio, zona centro della Capitale!…da me, caro mio, dipendono le sorti abitative dell’intera Regione, altro che filosofia!…”.

“Senta, io non ho niente contro di lei e contro i costruttori, ma non sono un filosofo…forse sono un idealista,sì, è vero!…ma io nel rispetto delle regole e dei diritti di tutti, ci credo e quando dico “di tutti”, intendo proprio “di  tutti”, non solo dei privilegiati come noi!…”, spiega Guanciale, concitato.

“’A Commendato’, ma non l’ha riconosciuto?…E’ coso…l’attore…quello della serie sulle suore!…Guanciale!…”, suggerisce l’autista al Commendatore, che , di fronte alla rivelazione , cambia atteggiamento: “Guanciale, Lino, l’attore?…be’, ma non me lo potevi di’ prima, figjetto bello!…Se me lo avessi detto subito, io , il posto , te lo avrei lasciato immantinente !…Te, non sai mi fija che capoccia m’ha fatto con te!…Sta sempre davanti al televisore a guardarti…e pure in replica, sa?…Capirai, quella se sa che t’ho tolto er parcheggio e t’ho fatto arrivà tardi, mi disconosce come padre!…Senti, scusami per prima, eh!…er fatto è che prima de firmà un documento de lavoro, da quarant’’anni a sta parte, so’ sempre nervoso!…Ma come ho fatto a non riconoscerti?…Va be’ , senti, prima de lasciarti parcheggiare, io vorrei chiederti una foto, così la porto a mj fija, e sarà contenta…poi, se me registri pure un messaggio, ‘na cosa breve, eh!, me faresti ancora più contento…Comunque, te facevo più estroverso… più…più, come di’?, più attore…invece!…”.

“Invece, no!…non sono proprio quel genere di attore che intende lei!…non sono un personaggio,ma  sono prima di tutto un uomo,una persona, e non sono un tipo simpatico a tutti i costi ,ma  un “allegro introverso” e stamattina più introverso del solito!…”, puntualizza  Guanciale, chiosando: “ e oltrettutto, sono anche una persona  coerente…e proprio per questo, sa che le dico?, che io, il posto che lei mi concede “gentilmente”, perché sono un attore e, per di più l’attore preferito da sua figlia, glielo lascio!…All’appuntamento di lavoro, arriverò tardi, ma almeno non dovrò nascondermi davanti allo specchio, alla vista della mia faccia!…”.

“Sono riservato, anzi sono un “allegro introverso”. La socialità per me è un valore, mi piace la compagnia delle persone”. Così, l’attore Lino Guanciale definisce se stesso,in un’intervista rilasciata in occasione della messa in onda su Rai Uno, dal 6 marzo, della serie televisiva “Noi”, adattamento del dramma familiare americano “This is us”.

Nato ad Avezzano, il 21 maggio 1979, da padre medico e madre insegnante , cresce con il fratello minore Giorgio, dividendosi tra lo studio e lo sport. Infatti, studente del liceo Scientifico, entra nella sezione Nazionale Under 16-19 di Rugby, sport che pratica fino all’Università.

Tuttavia, iscrittosi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma, città nella quale si trasferisce, interrompe gli studi, attratto dalla recitazione e dal Teatro. Quindi, entrato all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, si diploma “attore” nel 2003, anno nel quale riceve il Premio Gassmann come miglior esordiente.

Dedicatosi dal 2003 al 2010 al palcoscenico, è diretto da Gigi Proietti in “Romeo e Giulietta”, spettacolo che inaugura la stagione  del primo e unico teatro shakespeariano della Capitale,  il “Silvano Toti Globe Theatre”, cui seguono collaborazioni con registi e  autori di pregio, tra i quali: Luca Ronconi, che lo dirige in “Biblioetica: istruzione per l’uso”e “Atti di guerra”, su testo di E.Bond; Walter Le Moli, che lo scrittura per “Antigone” di Sofocle e per “Gli incostanti” di Middelton e Rowley ; Massimo Popolizio, che lo dirige in “Ploutos, o della ricchezza”; Claudio Longhi, che lo sceglie per “Caligola” e “La peste” di Albert Camus, “Edipo e la sfinge” di Hoffmansthall; Salambò”di Gustave Flaubert; “Storie naturali” di Edoardo Sanguineti; “La Philosophie dans le boudoir” di De Sade; “Il matrimonio di Figaro” di De Beaumarchais; ”Prigionieri delle parole” di Edgard Allan Poe; “La notte poco prima della foresta”,“Salliger”, “Voci sordide”e “La solitudine dei campi di cotone” di B.M.Koltès; “Il mondo della luna” di Carlo Goldoni e  “I fatti di Fontamara” di Michele Placido, che , in seguito,gli propone di interpretare un personaggio nel suo film  “Vallanzasca-Gli angeli del male”, incentrato sulla vicenda del noto rapinatore, condannato a quattro ergastoli, attivo nella Milano degli anni Settanta e Ottanta,Renato Vallanzasca, con cui si fa notare, pur avendo già esordito davanti alla macchina da presa con le pellicole: “Io  Don Giovanni” di Carlos Saura, in cui interpreta Wolfgang Amadeus Mozart,  e “La prima linea” di Renato De Maria.

Nel 2011/2012 , debutta anche nella serialità televisiva con la fiction  “Il segreto dell’acqua” di Renato De Maria, in onda su Rai Uno, cui segue “Una grande famiglia” di Riccardo Milani, senza trascurare però né il cinema,(interpreta i film: “Il gioiellino” di Andrea Molaioli, “Il sesso aggiunto” di Francesco Antonio Castaldo, “Il mio domani” di Marina Spada , “To Rome with love”di Woody Allen, “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato,La scoperta dell’alba” di Sussanna Nicchiarelli, in cui è al fianco di Margherita Buy ed “Happy Days Motel”, opera prima di Francesca Staasch) né il teatro, (porta in scena: “La resistibile ascesa di Arturo Ui” di Bertolt Brecht, sempre con la regia di Carlo Longhi, spettacolo premiato come il miglior  dell’anno dall’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali e portato in tournée anche in Russia, nell’ambito del Festival dei Teatri Europei).

Ma la svolta, in termini di popolarità, arriva solo nel 2013 con il ruolo dell’Avvocato “Guido Corsi”nella  serie Tv Rai “Che Dio ci aiuti”, che interpreta per altre quattro stagioni, fino al 2017. Nello stesso periodo, è sul grande schermo con le pellicole: “Meraviglioso Boccaccio” di Paolo e Vittorio Taviani, “Un’avventura romantica” di Davide Cavuti e “The Space Between” di Ruth Borgobello, e in teatro, con le pièce: “Recital” , scritto da lui stesso, insieme con Davide Cavuti, e “Ragazzi di vita”, adattamento dal romanzo omonimo di Pier Paolo Pasolini, con la regia di Massimo Popolizio.

Protagonista nel 2015, insieme con Miriam Leone, della serie in costume di Rai 1La dama velata”, diretta da Carmine Elia,  in cui veste i panni del Conte “Guido Fossà”, vince il Premio Flaiano come attore rivelazione e partecipa alle fiction “Il sistema”, sempre con la regia di Carmine Elia, e “Don Matteo 10”.

Smessi i panni del Conte dal passato tormentato, dal 2016 al 2018, indossa , dapprima, quelli dell’avvocato “Enrico Vinci”, uomo  dal carattere cinico, nelle due stagioni della serie Rai “Non dirlo al mio capo” di Giulio Manfredonia , in cui recita al fianco di Vanessa Incontrada, e poi quelli del sottotenente “Michele Grandi” ne “Il sistema” di Carmine Elia  e del medico legale “Claudio Conforti” ne “L’allieva” di Peter Exacoustos, tratta dal ciclo di romanzi di Alessia Gazzola.

Vincitore dei Premi Civiltà dei Marsi  per la sezione Teatro e Fiction Tv, Flaiano per l’Abruzzo e Magna Graecia Film Festival come “migliore attore di fiction,nel 2017 torna al cinema con i film: “La verità” di Giuseppe Alessio Nuzzo, “Preghiera” di Davide Cavuti, “I peggiori” di Vincenzo Alfieri  e “La casa di famiglia” di Augusto Fornari, e calca i palcoscenici con gli spettacoli: “Cadrà dolce la pioggia” di Ray Bradbury, con la regia Valentina Ciaccia e “Itaca” di Davide Cavuti.

Protagonista della serie poliziesca di Rai 2,  “La porta rossa”,di Carmine Elia, giunta alla sua terza edizione, si divide tra il set e il teatro, dove porta in scena le pièce: “Istruzioni per non morire in pace” ,”I sognatori hanno i piedi poggiati  sulle nuvole” diretto da Davide Cavuti e riprende “Ragazzi di vita” e “Itaca…il viaggio” .

Ricevuto un altro Premio Flaiano per il documentario “Un’avventura romantica” di Davide Cavuti e il Cinèciak d’oro per la pellicola “I peggiori” di Vincenzo Alfieri, recita nei film: “La casa di famiglia” di Augusto Fornari  e “Arrivano i prof” di Ivan Silvestrini  e porta in scena “La classe operaia va in paradiso”, opera tratta dall’omonima pellicola di Elio Petri, grazie alla quale si aggiudica il Premio ANCT  e il Premio Ubu.

Fra il 2019 e il 2020, partecipato alla trasmissione di Rai Radio 2 “Miracolo italiano”, con la rubrica “La panchina di Lino”, è la voce narrante del documentario “L’Aquila 3:32-La generazione dimenticata”, approfondimento sul terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2009, trasmesso da Rai 2.

Dato vita al personaggio letterario de “Il commissario Ricciardi”, serie tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, in onda su Rai 1, nel 2020/2021: prende parte all’ultimo episodio della serie “Mare fuori”, è  sul grande schermo con le pellicole “Lectura Ovidii” e “Un marziano di nome Ennio” di Davide Cavuti e “La freccia del tempo” di Carlo Sarti e a teatro con gli spettacoli “La casa degli sguardi” di Daniele Mencarelli, con la regia e l’adattamento teatrale di Lorenzo Collalti, ,Non svegliate lo spettatore” di Ennio Flaiano, con la regia di Davide Cavuti , “Fuggi la terra e l’onde” ed “Europeana”, entrambi con la sua stessa direzione.

Di recente  sul piccolo schermo, con il dramma familiare “Noi”,ispirato alla serie americana “This is us”, diretta da Luca Ribuoli, e, in attesa della messa in onda della coproduzione“Sopravvissuti” di Camine Elia, adattamento della serie inglese “Survivors” , è attualmente sui palcoscenici d’Italia con le pièce “L’uomo più crudele del mondo” di Davide Sacco e “Zoo”, scritta e diretta da Sergio Blanco.

Di sé , del suo ultimo personaggio “Pietro”, interpretato in “Noi,  e  della sua rapporto con le critiche,  ha detto: “Pietro è un uomo originario del sud Italia degli anni 50, che si trasferisce a Torino, in cerca di una vita migliore e che si scontra con i pregiudizi. Da un punto di vista filmico, ci sono tantissimi modelli a cui rifarsi, dallo splendido “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, conGiancarlo Giannini a narrazioni contemporanee che hanno tanto parlato e scritto dell’Italia delle migrazioni interne. Ho cercato poi di attingere alla mia storia familiare. Vengo da una famiglia che in grandissima parte è fatta di migranti, i cugini dei miei nonni sono per lo più andati via dall’Italia. Accanto a me ho avuto tanti miei cari che raccontavano quanti sfottò e discriminazioni hanno subito. “Noi” è stata l’occasione per mettere in gioco la mia memoria personale. La diversità è sicuramente il background. Pietro, non ha avuto la possibilità di nascere nella famiglia in cui sono nato io, nasce in un contesto molto più complicato. Nonostante sia estremamente intelligente e curioso, non ha proprio modo di esprimere i propri talenti e cogliere le proprie possibilità al meglio. Si deve accontentare di quello che rimedia, finché avviene il momento del riscatto, che passa per l’innamoramento per la donna della sua vita e per la sua famiglia. In questo credo di riconoscermi. Le critiche vanno sempre accolte, sia quelle costruttive che quelle distruttive. È sempre interessante capire perché qualcuno mette in discussione o stronca un lavoro che hai fatto, perché capisci se c’è qualcosa da imparare o con cui ti trovi anche d’accordo o se c’è solo del livore fine a se stesso. Mi auguro che venga apprezzato l’onestà nell’approccio”.