C’è una guerra che impensierisce. Un’altra guerra la stiamo ancora combattendo. Sono due anni che l’Italia cerca di mantenersi dopo il tsunami epidemico che ci ha travolti. Ma ora avanza lo spettro della crisi economica. Il coro popolare è quasi unanime: non ce la facciamo più.
Una buona fetta del popolo italiano vive a tentoni. Alla giornata. Sperando che il giorno dopo vada meglio. Sono più di cinque milioni le persone che vivono in povertà. Il rischio che a queste se ne possono aggiungere molte altre. La crisi sta già colpendo altri soggetti e si sente già.
Il caro bollette ha mandato in tilt molte famiglie e imprese. Non è finita qui: la guerra sta generando un rischio maggiore. La benzina in alcuni casi ha superato i due euro al litro. Tra qualche settimana potrebbe esserci il rischio che arrivi anche a tre euro. È l’effetto della guerra. Il metano aumenta a dismisura. E anche questo è l’effetto della guerra.
Aumentano i beni di prima necessità: pane e pasta. Ma tutta la catena produttiva registra aumenti che colpiscono direttamente i cittadini. Tutto costa caro. Se tutto ciò continua per molto tempo, per l’Italia si prefigura una crisi economica senza precedenza. È impossibile sostenere questa forza d’urto che sta travolgendo le famiglie: tutto aumenta in maniera spaventoso e gli italiani non potranno sostenerlo.