Mer. Mar 29th, 2023

Il debito dello stato nei confronti delle imprese è una croce sulle spalle delle imprese italiane che lavorano con la pubblica amministrazione. In alcuni casi, nonostante lo stato deve pagarle, pretende dalle stesse che paghino lo stato. Un paradosso che porta alla chiusura di moltissime aziende che operano al servizio della PA. Attualmente, nonostante sia sceso il debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, secondo la stima riportata nella “Relazione annuale 2018”, presentata il 31 maggio scorso dal Governatore della Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pubblica Amministrazione (PA) sarebbe pari a 53 miliardi di euro. In calo, rispetto al 2017, di 4 miliardi.

Questi mancati pagamenti producono effetti molto negativi sui bilanci di migliaia e migliaia di imprese fornitrici della nostra PA. Ad oggi non si sa a quanto ammontano complessivamente i debiti, visto che non c’è ancora un monitoraggio centralizzato in grado di misurare lo stock effettivo dei mancati pagamenti accumulati.  

La CGIA ricorda che la periodica indagine si basa su indagini statistiche, condotte sulle imprese, e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza. Insomma, oltre a non pagare la nostra PA nemmeno conosce quanto deve ai propri creditori.

La nostra PA è tra i peggiori pagatori d’Europa. nemmeno l’introduzione, partita gradualmente dal luglio del 2017, dell’obbligo da parte di tutti gli enti pubblici di trasmettere le informazioni relative ai singoli pagamenti attraverso il sistema Siope+. Nel corso del 2018 questo sistema è stato esteso a tutte le Amministrazioni pubbliche. Nonostante ciò, sono ancora moltissimi gli enti che non rispettano questa disposizione e non consentono al Ministero dell’Economia e delle Finanze di misurare con precisione l’ammontare complessivo del debito e i relativi tempi medi di pagamento.