L’omosessualità dichiarata illegale: ti vengono ad arrestare e ti buttano in cella per 5 anni | Violato ogni diritto umano

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Burkina Faso: le relazioni gay punite col carcere. Un grave passo indietro per i diritti umani, mentre in Italia prosegue la battaglia
In Italia, l’omosessualità non è mai stata un reato. Questo è un punto fondamentale che distingue la nostra storia legale da quella di molti altri Paesi. I diritti delle persone omosessuali e transgender sono stati conquistati gradualmente nel corso degli anni, ma il cammino è stato lungo e non privo di ostacoli.
La Costituzione Italiana non menziona esplicitamente l’orientamento sessuale, ma l’articolo 3 sancisce il principio di uguaglianza, vietando le discriminazioni basate su “sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche” e “condizioni personali e sociali”.
La Corte Costituzionale e la giurisprudenza hanno nel tempo interpretato questo articolo in modo da includere anche l’orientamento sessuale, rafforzando la tutela delle persone LGBTQ+.
Un passo decisivo è stato il riconoscimento delle unioni civili nel 2016. Questa legge ha garantito alle coppie omosessuali gran parte dei diritti e dei doveri previsti per il matrimonio. Nonostante questi progressi, l’Italia deve ancora affrontare sfide importanti, come il riconoscimento pieno della genitorialità per le coppie omogenitoriali e l’approvazione di una legge contro l’omotransfobia.
Burkina Faso: un passo indietro che viola i diritti umani
Mentre in Italia e in molti Paesi occidentali si discute di espandere i diritti, il Burkina Faso ha intrapreso una strada radicalmente opposta. Una recente riforma del Codice della persona e della famiglia ha reso le relazioni omosessuali un reato penale, con pene che vanno da 2 a 5 anni di carcere e multe salate.
Per i cittadini stranieri, la condanna include l’espulsione immediata. Questa decisione, approvata all’unanimità dai 71 membri del Parlamento, rappresenta una grave violazione dei diritti umani fondamentali, calpestando la libertà individuale e il diritto alla privacy e alla non discriminazione.

La politica omofoba di Traoré
La criminalizzazione dell’omosessualità in Burkina Faso è un duro colpo per la comunità LGBTQ+ locale e un allarme per il mondo intero. Ibrahim Traoré, il capitano a capo della giunta militare, è il principale fautore di questa nuova linea politica. Salito al potere nel 2022, ha instaurato un regime sempre più ostile all’Occidente e vicino a Russia e Iran.
Già in passato, la giunta aveva mostrato la sua avversione verso i temi LGBTQ+, vietando canali televisivi accusati di “promuovere l’omosessualità”. La nuova legge, che fa parte di una riforma più ampia, include anche altre misure come un periodo di attesa di 5-7 anni per la cittadinanza tramite matrimonio per gli stranieri e il riconoscimento legale dei matrimoni religiosi.