Siamo giunti a un punto di non ritorno. da un lato l’epidemia ha sfiancato i cittadini, dall’altro c’è il caro energia che sta diventando insostenibile. È una “tempesta perfetta” che rischia di mandare tutto all’aria.
Secondo i dati dell’ARERA, il primo trimestre 2022 ha fatto registrare un aumento dell’energia elettrica del 55% e del 42% del gas. Aumenti insostenibili per alcune fasce sociali già fortemente penalizzati dai due anni di epidemia. Ma il peggio deve ancora arrivare, poiché la fine dell’epidemia porterà una crisi economica senza precedenti. Non può essere altrimenti, poiché per due anni il nostro paese ha fatto debiti su debiti per fronteggiare l’epidemia.
Secondo i dati dell’ARERA, il primo trimestre 2022 ha fatto registrare un aumento dell’energia elettrica del 55% e del 42% del gas. L’aumento della bolletta elettrica è dovuto principalmente all’incremento del prezzo del gas sui mercati internazionali (da cui dipende oltre il 40% della produzione elettrica italiana), ma anche al COVID, a fattori meteo sfavorevoli e a tensioni geopolitiche internazionali in ambito energetico.
Un mix di situazioni che oggi stanno portando all’insostenibilità dell’energia elettrica e del gas. Due esigenze primarie sia per le famiglie sia per le imprese. Sicuramente l’aumento energia elettrica è un fenomeno limitato nel tempo che lentamente andrà ad attenuarsi, ma secondo diversi analisti ci vorrà molto per riportare i prezzi ai valori di qualche anno fa, ammesso che il mercato lo consenta.
Il problema principale da risolvere è quello del sostegno alle famiglie e imprese sul fronte energia. Queste bollette non si possono pagare. La sofferenza economica delle famiglie è alta, come è alta la sofferenza delle imprese, che proprio per il caro bollette potrebbero essere costrette a chiudere i battenti, poiché non riescono a sostenere i costi altissimi di gas e luce. Si rischia di ritrovarsi una enorme fetta di famiglie e imprese morose nei confronti delle società erogatrici di energia. Tutto ciò il governo deve fermarlo, poiché non c’è la volontà di non pagare, ma c’è la rassegnazione a non poterlo fare. Quindi questa emorragia va fermata.