Inverno 2023. Napoli, stazione della metropolitana di Piazza Dante. In una mattinata piovosa di inizio marzo, due ragazze sedute sulla banchina attendono il treno e ingannano il tempo ascoltando su un tablet la playlist della settimana , quando si avvicina loro una signora per chiedergli delle informazioni.
“Scusate, ragazze, sapreste dirmi gentilmente da quanto tempo è passato l’ultimo treno?…”, domanda la signora, con tono concitato, senza accorgersi di non essere ascoltata dalle due adolescenti che indossano degli auricolari per ascoltare della musica.
“Signorine…e questa che educazione è?…Io vi ho chiesto con cortesia da quanto tempo è passato l’ultimo treno, se non lo sapete, potete pure rispondere : “Signora, non lo sappiamo!”, ma addirittura mostrare indifferenza, non mi sembra educato!…”, si lamenta la signora, attirando finalmente l’attenzione delle due ragazze.
“Buongiorno, Signora!, scusateci se non abbiamo risposto, ma stavamo ascoltando la musica…Che cosa stavate dicendo?…”, chiede una delle due adolescenti, suscitando la reazione piccata della signora.
“Ma come?…ma allora non mi avete proprio sentito?…Tale e quale a mio nipote!…sempre, dalla mattina alla sera ,con questi affari nelle orecchie e la musica ad alto volume: ma come fate?…Ad ogni modo, vi avevo chiesto, ormai mezz’ora fa, quando è passato l’ultimo treno?…”, domanda nuovamente, spazientita, la signora.
“Ah…quindi volevate sapere questo!…E sarà passato un’ora fa…Mi sa che sono saltate due corse!…”, risponde sbrigativa una delle ragazze, pronta a tornare a indossare insieme con l’amica le sue cuffie per ascoltare la loro musica preferita.
“Ah, e mo’ chissà quando arriverà il prossimo treno?…E questo è un bel guaio, io, già sono in ritardo stamattina!…E mo’ come devo fare?…Forse, mi conviene avvertire in ufficio del ritardo…Capirai, questa settimana è già la terza volta!…così, sono sicura, la prossima a rischiare il licenziamento sono io!…Non c’è niente da fare, è colpa mia, solo colpa mia…io, lo sapevo che dovevo mettere la sveglia…e, allora, perché non l’ho messa?…”, ragiona tra sé e sé la signora, cui le ragazze rivolgono uno sguardo di comprensione, un sorriso, seguiti da un incoraggiamento: “Su, signora, non dite così…vedrete che tutto si aggiusta!…Sentite, magari, se glielo spiegate, il vostro capo capirà…pure noi, a volte, la mattina facciamo tardi e i professori si arrabbiano, ci rimproverano , poi, però, sono comprensivi…”.
“Grazie, ragazze!…siete molte care…ma la vita alla vostra età è più semplice che alla mia!…Ad ogni modo, apprezzo il vostro tentativo di rincuorarmi!…”, ringrazia la signora ,continuando: “Sapete, anch’io, alla vostra età ascoltavo la musica con la mia migliore amica, si chiamava Patrizia…noi , però, negli anni Ottanta , avevamo il walkman e le musicassette…Voi, oggi, avete i cellulari, i tablet e ascoltate i rapper, i trapper, noi , invece, ascoltavamo Lucio Battisti e con le sue canzoni ci sembrava di fuggire via lontano , almeno con il pensiero…Ricordo che per un periodo io e Patrizia non facevamo altro che ascoltare “Mi ritorni in mente”, anche perché io ero stata lasciata dal mio fidanzato di allora e lei, così, cercava di tirarmi su, condividendo con me anche la musica…A proposito di cose che ritornano alla mente, mi sono ricordata che ,proprio quest’anno, il grande Lucio compie ottant’anni… Tuttavia, anche se lui non è più tra noi da un bel po’ , le sue canzoni sono rimaste qui, a farci compagnia, eterne e senza tempo… Però devo ammettere che, pensando a lui spesso, proprio non posso fare a meno di chiedermi quanti altri brani meravigliosi ci avrebbe regalato, se non se ne fosse andato via troppo presto?!…”, s’interrompe la signora, accortasi dell’arrivo del treno.
“Avete visto che vi avevo detto?.. vedrete che tutto si aggiusta!…il treno è passato prima del previsto e, quindi, non farete tardi…e, in qualche modo, come , quando avevate la nostra età, la musica e il pensiero di Battisti vi hanno fatto compagnia e hanno allontanato la tristezza e la preoccupazione per il lavoro!…E’ un piacere aver parlato con voi…buona giornata, signora!…”, saluta una delle due ragazze.
“Grazie a voi, ragazze!…Statemi bene e Buona vita!”, ricambia i saluti delle ragazze, la signora, chiosando: “Ah, dimenticavo…Anche quando sarete più grandi, mi raccomando: non smettete mai di ascoltare la musica e di cantare!…”.
“Quando vedo un arcobaleno spuntare, penso a lui”. Così, il paroliere e produttore discografico Mogol, ha ricordato il cantautore e amico Lucio Battisti, alla vigilia delle celebrazioni per l’ottantesimo compleanno di quest’ultimo, in un passaggio dell’intervista rilasciata il 3 marzo al giornalista Giandomenico Curi per La Repubblica.
Nato il 5 marzo del 1943 a Poggio Bustone, comune in provincia di Rieti, da Alfiero, impiegato, e da Dea, casalinga, a tredici anni ottiene come premio-ricompensa per il conseguimento della licenza Media una chitarra, agognato strumento che ,presto, gli procura non pochi problemi, dato che ,per studiarlo e per esercitarsi da autodidatta , finisce per trascurare la scuola, suscitando così le ire paterne.
Studente dell’ Istituto Tecnico Galileo Galilei, nel 1961, promette al padre di diplomarsi a condizione che questi gli conceda due anni di tempo per provare a trasformare la sua passione in un lavoro.
Nel luglio del 1962 , come promesso, si diploma perito elettrotecnico e , nell’ autunno dello stesso anno, abbandona momentaneamente, Roma.
Intrapresa una dura gavetta, Lucio è il chitarrista in numerosi gruppi musicali che si esibiscono nei club e nei night di Napoli , Roma e Milano, quali : “I Mattatori”, ” I satiri” e ” I Campioni” . Poco dopo, si trasferisce stabilmente a Milano e inizia a scrivere sia i testi che le musiche delle canzoni.
Nel 1965, notato da Christine Leroux , un ‘editrice musicale francese , scopritrice di talenti per conto della casa discografica “Ricordi”, incontra grazie a quest’ultima l’autore e paroliere Giulio Rapetti, noto come Mogol: è l’incontro che segna la svolta nella sua carriera di cantante e musicista e, insieme l’inizio di una profonda amicizia e di una proficua collaborazione .
Lucio entra nello studio di Mogol , gli fa ascoltare dei brani ; l’autore trova i testi poco efficaci e, senza infingimenti , lo comunica al giovane musicista rietino , ma quest’ultimo lo stupisce , esclamando un sincero : ” Lo penso anch’io!”. L’umiltà e la sua voglia di migliorare conquistano Mogol e, da quel giorno, l’Italia scopre una nuova melodia.
Lucio è timido ,introverso, compone musica per gli altri interpreti e non per sé; lavora con le note , ma non desidera cantarle e poi , ” La sua voce non è adatta ! ” , dice. Mogol , però, lo convince a cantare e convince anche la loro casa discografica, la ” Ricordi”, a lasciarlo provare e, alla fine, la spunta.
L’esordio come cantante, quindi, avviene nel 1966 , quando esce il 45 giri ” Per una lira “ ,lato A , con “Dolce di giorno”, lato B . Le vendite sono contenute , ma il lato A ( ” Per una lira” ) si fa notare come brano innovativo nel testo e nella scrittura musicale.
E’ il 1967, Lucio firma con Mogol il primo successo da hit parade: “29 settembre”, interpretato dal gruppo Equipe 84 , che raggiunge la vetta delle classifiche della hit parade e si afferma come brano più trasmesso dal programma radiofonico “Bandiera gialla” .
Nel 1968 , invece, la ormai “Premiata ditta Mogol/Battisti ” realizza un altro successo “sperimentale”, oltre la convenzione delle rime baciate: “Balla Linda ” , che si posiziona quarto al Cantagiro, nota gara canora itinerante.
Nel gennaio del 1969, invece, Battisti è in gara al Festival di Sanremo per la prima e unica volta come cantante (aveva già partecipato ad alcune edizioni precedenti della manifestazione in veste di autore) con la canzone “Un ‘avventura“, facendo irrompere sulla scena musicale italiana il Rhytm and blues , che trova un esecutore d’eccezione nel cantante Wilson Pickett ,che con lui condivide la competizione.
La giuria gli attribuisce il nono posto in classifica ; ma se il “Festival dei fiori” è : “l’avventura” di una notte ,unica e irripetibile , la sua carriera “non è certo un fuoco che col vento può morire” .
Infatti, dopo la pubblicazione del brano “Non è Francesca”, il 28 aprile del 1969 , Lucio presenta nella trasmissione televisiva di Renzo Arbore, ” Speciale per voi” , il singolo ” Acqua azzurra acqua chiara” con il quale arriva terzo in classifica, al Cantagiro e vince il Festivalbar ,concorso dell’estate italiana-anni Sessanta.
Realizzato il suo primo tour estivo, decide di fondare insieme con Mogol una casa discografica indipendente : la Numero Uno, assolvendo però ancora agli obblighi contrattuali sottoscritti con la Ricordi.
Quindi, 14 ottobre pubblica il 45 giri : “Mi ritorni in mente”, lato A, presentato nel programma radiofonico “Gran Varietà”, condotto da Walter Chiari e “7/40″, lato B e, nello stesso periodo, partecipa alla trasmissione speciale della Rai “Incontro con Lucio Battisti”, condotta da Loretta Goggi e conosce la sua futura moglie, Grazia Letizia Veronese, collaboratrice del Clan musicale di Adriano Celentano.
All’inizio degli anni Settanta, Lucio dichiara che non intende più esibirsi in spettacoli dal vivo , spiegando: ” Non faccio tournée né spettacoli ,perché mi sembra di vendermi , di espormi in vetrina : io voglio che il pubblico compri il disco per la qualità musicale e non per l’ eventuale fama del personaggio . Le ripercussioni più gravi quali sono ?, proprio quelle del lavoro: e chi me lo dà il tempo di stare la mattina , da quando mi alzo , dalle otto alle quattro del pomeriggio , con la chitarra a suonare?. Perché , ripeto, le canzoni mica scaturiscono così….Intendo conservare la mia autonomia , la mia personalità per quanto possibile”.
Intanto , nell’estate del 1969 spuntano : ” Fiori rosa fiori di pesco ” al Festivalbar ed è di nuovo vittoria, cui segue la partenza di Mogol e Battisti per un viaggio a cavallo: direzione Milano-Roma, il cui epilogo è la composizione del brano struggente e introspettivo “Emozioni”, in cui ,i due artisti, affrontano il tema del dubbio , dello smarrimento e dell’inquietudine esistenziale, seguito dalla ballata “Anna”.
Nel 1971 è tempo di ” Pensieri e parole “ : la canzone ,viene presentata nella trasmissione televisiva “Teatro 10″ con un video inedito in cui, il cantautore, si sdoppia per un inusuale duetto di canto e controcanto . Il sodalizio con Mogol si rafforza e , finalmente, nel settembre , scaduto il contratto con la Ricordi, il cantautore pubblica per la neonata Numero uno : “Anche per te” e “La canzone del sole”, cui segue nel 1972 il brano : ” I giardini di marzo” , con cui si esibisce ancora una volta nel programma televisivo ” Teatro 10″ , duettando con Mina e, siglando, tra applausi e ovazioni, la sua ultima apparizione sul piccolo schermo .
Nel 1973, nasce Luca Filippo Carlo, unico figlio di Lucio e, nello stesso periodo, il cantautore si allontana sempre di più dall’orizzonte mediatico , rifiutando interviste e lauti ingaggi. Pubblicato l’ album: “Il mio canto libero” , i singoli “Io vorrei…non vorrei …ma se vuoi”e “Confusione”, un disco in tedesco e uno in italiano, con all’interno le canzoni “La collina dei ciliegi” e “ll nostro caro angelo”, nel 1974 parte insieme con Mogol per un viaggio in America Latina , dove effettua studi e sperimentazioni su sonorità sudamericane, scoprendo , così, la sua ” Anima Latina”, che dà il titolo all’omonimo disco, uscito al suo ritorno in Italia.
Nel 1975, un viaggio negli Stati Uniti e un soggiorno californiano determinano una contaminazione con la Disco music , nel brano ” Ancora tu? “ di cui viene realizzato il primo videoclip della storia della musica italiana. Nello stesso periodo, sventato un tentativo di rapire il figlio Luca, Lucio decide di lasciare l’Italia per Inghilterra.
Sposata la sua compagna nel 1976, riflette sulla coppia e sull’amicizia uomo-donna, nelle canzoni “Amarsi un po’” e “Una donna per amico” e trasforma in musica repentine tentazioni di fuga nel brano ” Sì , viaggiare”.
Nel 1980 , invece , incide l’album “Una giornata uggiosa”, contenente la canzone ” Con il nastro rosa”,in cui si domanda “chissà chi sei? , chissà che sarai chissà che sarà di noi ? ” e appare per l’ultima volta in una trasmissione di una rete televisiva svizzera. Decide, infatti, di ritirarsi dalle scene e di porre fine al sodalizio umano e artistico con Mogol, ma la sua musica continua . Dapprima, i testi delle nuove canzoni vengono firmati da un ‘enigmatica e misteriosa” Velezia” ( in realtà, pseudonimo della moglie Grazia Letizia Veronese) poi, Lucio inizia la frequentazione artistica con il poeta romano Pasquale Panella, che darà luogo, dal 1986 al 1994, alla realizzazione di cinque album : “Don Giovanni” , “L’apparenza” , ” La sposa occidentale ” , “Cosa succederà alla ragazza” ,” Hegel “.
Poi, si avvicina a generi musicali contemporanei : il rap , la techno , l’elettronica e coltiva passioni e interessi come la pittura ( soprattutto l’Astrattismo ) e le lingue classiche .
Nel 1998, le sue condizioni di salute peggiorano. Nessuno sa né in Italia né all’estero che è gravemente malato . Il 6 settembre viene ricoverato all’ Ospedale S. Paolo di Milano , dove la mattina del 9 settembre, a cinquantacinque anni muore circondato dall’affetto dei familiari e nel riserbo più assoluto.
Ad assistere al funerale privato ,celebrato nella chiesa di Molteno , comune in provincia di Lecco in cui, Lucio, risiedeva dai tempi del sodalizio con Mogol, proprio quest’ultimo, che continua ancora oggi a ricordarlo: “Lucio, era il mio contrario. Era un matematico, andava in profondità, aveva un pensiero verticale, io orizzontale. Studiava molto, conosceva benissimo la musica internazionale, era molto preparato. Anche sul piano caratteriale eravamo diversi: io estroverso, lui riservato, non parlava mai di sé. Con lui , mai una lite, anche se non ci frequentavamo spesso nel privato. Ci incontravamo quando dovevamo realizzare un nuovo album. Lui mi portava la musica, io scrivevo le parole. Non era timidezza, lui si sentiva autore e basta. Però, quando faceva fare i provini ai cantanti, che avrebbero dovuto interpretare le canzoni, e lui gliele cantava, era più bravo di loro! Dovetti litigare con la Ricordi per accettarlo come interprete, ma ce l’ho fatta. I geni sono uno su un milione. Tutti, invece, nasciamo con un talento che si arricchisce grazie all’ambiente in cui viviamo, i libri che leggiamo, gli esempi con cui ci confrontiamo…”
Per la scomparsa dell’amico Lucio, Mogol, ha scritto, insieme con Gianni Bella, la canzone “Arcobaleno”, interpretata da Adriano Celentano, della cui nascita lo stesso Mogol ha così raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera, rilasciata alla giornalista Emilia Costantini : “Non l’ho scritta io, l’ha scritta lui dall’aldilà e mi è arrivata in una circostanza stranissima, con una serie di coincidenze inspiegabili: i morti hanno potere sui vivi, li possono raggiungere nelle maniere più impensabili. L’ho verificato in prima persona: quando è morto, me l’ha dettata. Ho composto il testo in quindici minuti e non sarebbe mai venuto così preciso se non fosse stato lui a suggerirmi parola per parola. È la verità”.
N.B. Si precisa che i fatti raccontati sono frutto di una ricostruzione fantasiosa della giornalista , pur traendo spunto da dati biografici reali.
Per la biografia, citazioni e fonti: Wikipedia, intervista di Giandomenico Curi (Mogol racconta Battisti:”Mi ritorna in mente. Aveva una luce unica”) su La Repubblica-Il Venerdì del 3 marzo 2023, intervista di Emilia Costantini (Mogol: “Quando conobbi Lucio Battisti gli dissi: “le tue canzoni non sono granché”), Il Corriere della Sera 29 luglio 2020.