Quella Ucraina è l’ultima guerra scoppiata nel mondo. Con il supporto dei media e dell’informazione, la guerra in Ucraina colpisce emotivamente poiché il bombardamento quotidiano di informazione incide emotivamente nei cuori di tutti. Tutte le guerre fanno schifo, tutte le guerre vanno ripudiate, ma bisogna veramente lavorare per porre fine a tutti i conflitti che in questo momento insanguinano ogni angolo del mondo. ci fanno tenerezza i bambini ucraini che devono scappare dalle bombe russe, ma devono farci tenerezza tutti i bambini del mondo che in questo preciso momento stanno vivendo le stesse sofferenze dei bambini ucraini, nel silenzio assordante dei media. Ma andiamo con ordine.
Aceh è una provincia autonoma dell’Indonesia che dal 1976 è teatro di una guerra tra i ribelli del Movimento Aceh Libero (GAM) e l’esercito indonesiano. I morti, secondo le fonti più accreditate, sono almeno 12mila, ma altre fonti parlano di 50mila, o addirittura 90mila.
In Afghanistan nonostante la morte del leader talebano, il conflitto è durato 20 anni, e i morti sono più di 186mila, la maggior parte dei quali civili. Solo nel 2020-21 le vittime sono state più di 50mila. Il 15 agosto i talebani sono rientrati in forze a Kabul. Ed oggi la popolazione è ripiombata nell’incubo di venti anni fa e vive la peggiore carestia della sua storia, e a farne le spese sono soprattutto i bambini.
In Burundi un decennio di guerra tra le due maggiori componenti etniche del Burundi, i Tutsi e gli Hutu, iniziato nel 1993, ha provocato almeno 300.000 morti ed un milione di sfollati. Dopo un’interruzione nel 2004, sono ricominciate le guerre civili etniche.
In Colombia da quasi quarant’anni è sconvolta da una sanguinosa guerra civile tra governo, paramilitari e gruppi ribelli di estrema sinistra. All’origine di questo conflitto (300.000 morti) vi è una enorme disparità sociale tra classi dirigenti e popolazione. Un’altra parte in gioco, in una situazione già complessa, sono i potenti cartelli della droga. Gli scontri di quest’anno hanno prodotto quasi 700 vittime.
Nel Congo R.D. è stata definita una “Guerra Mondiale Africana”, che vede combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per una ragione molto semplice: il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Almeno 350mila le vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto. Gli eventi violenti sono stati quasi duemila quest’anno e hanno causato la morte di circa 4.500 persone.
Eritrea-Etiopia Dopo un rapido deterioramento dei rapporti tra i due Paesi, nel 1998 le truppe di Asmara decidono di varcare il confine, dando inizio a una guerra a tutto campo (1998-2000). Dopo 2 anni di conflitto e decine di migliaia di vittime (più di 70.000), Etiopia ed Eritrea cessano le ostilità e si affidano all’Onu ma i due Paesi sono ancora ben lontani dall’aver trovato un accordo.
Nelle Filippine Dal 1971 i musulmani di Mindanao hanno iniziato una lotta armata per l’indipendenza dell’isola. La guerra tra l’esercito di Manila e i militanti del Fronte di Liberazione Islamico dei Moro (MILF) ha causato fino ad oggi 150mila morti. Nell’ultimo anno sono stati più di 1.500.
Nello Yemen attualmente è il Paese più povero del mondo, con una situazione molto complessa. Da una parte, vi è un conflitto tra i ribelli sciiti Houthi e il governo di Abed Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Occidente. Ciò ha prodotto l’intervento nel Paese dell’Arabia Saudita (sunnita) che una vittoria dei ribelli possa portare a un rafforzamento della minoranza sciita nel territorio saudita. Vi è poi un secondo conflitto, quello tra i terroristi di al-Quaeda, che nello Yemen hanno la cellula più potente (AQAP), e il governo yemenita, sostenuto dagli Stati Uniti. I numeri delle vittime sono altissimi: solo nell’ultimo anno sono state 21.768.
Israele-Palestina Dopo oltre mezzo secolo di guerre e di patti storici, di atti terroristici e di speranze di pace andate in fumo, il sogno di “due popoli due Stati” resta purtroppo ancora un’utopia.
Libia i morti sono più di tremila, e la guerra civile non sembra fermarsi. Tra scontri a fuoco, esplosioni rivolte sono morte 2.500 persone solo nell’ultimo anno.
Nel Kashmir la rivolta, ancora in pieno svolgimento nonostante le incoraggianti iniziative di pace, è iniziata nel 1989.
Kurdistan È più di mezzo secolo che i Kurdi distribuiti tra Turchia, Iraq e Iran auspicano la nascita di uno stato kurdo. Una guerra infinita che non vede pace
Nepal dal 1996 in poi ci sono state 8000 vittime in tutto l’arco del conflitto. Scontri a fuoco, rapimenti, attentati e estorsioni avvengono quotidianamente.
In Nigeria negli ultimi anni le violenze più grandi provengono dal gruppo terroristico Boko Haram e le vittime sono state più di 5mila nell’ultimo anno.
Repubblica Centrafricana
Dal 25 ottobre 2002 la Repubblica Centrafricana è stata dilaniata da una guerra
civile che oppone tra loro gruppi di ribelli. La guerra civile continua anche
dopo la morte del leader. Gli scontri hanno causato circa 500 vittime tra il 2019
e il 2020.
La Siria dal 2011 è dilaniata da una guerra civile. A questo conflitto si è aggiunta la presenza e l’attività dello Stato Islamico. Secondo alcune stime, i morti finora sarebbero più di 300.000. Nell’ultimo anno in questa regione sono morte più di 13.500 persone.
In Somalia è iniziata una violentissima guerra di potere tra i vari clan del Paese, guidati dai cosiddetti “signori della guerra”. Una spirale di violenze che, fino ad oggi, ha provocato quasi mezzo milione di morti. Tra il 2019 e il 2020 sono morte più di 3.700 persone.
Sudan la guerra civile in Sudan è in corso ormai da 20 anni. Nel Darfur, un’area grande quasi due volte l’Italia, è in corso un violentissimo conflitto fra gruppi armati locali e milizie filo-governative. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dal marzo 2003 sono morte circa 70.000 persone. Attualmente nel Darfur muoiono circa 10.000 persone al mese.
In Uganda una guerra civile che prosegue da più di 20 anni e che ha provocato una grave crisi economica.
In ultimo l’Ucraina dove dal 2014 la situazione è complicata, a causa di una rivoluzione violenta che vede contrapposti alcuni gruppi separatisti al governo. La Russia è uno degli attori principali del conflitto. A oggi sono morte 13mila persone. Nel febbraio del 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina dando inizio al più pericoloso dei conflitti dopo la fine della seconda guerra mondiale. Una situazione che desta enormi preoccupazioni per l’evolversi dell’escalation.
Chi paga il prezzo più alto di queste beghe tra poteri, sono i bambini, che vivono nel terrore quotidianamente ma non trovano sostegno da nessuno per uscire dall’incubo. Mentre ci sono guerre che provocano clamore, altre venti continuano sotto l’occhio del mondo a distruggere vite umane e nessuno si scompone più di tanto. Bisogna lottare per fermare tutte le ostilità in giro per il mondo, affinché nessun bambino al mondo possa più soffrire e l’umanità tutta possa uscire dall’incubo delle guerre per sempre.