Autunno 1981. Napoli, via Chiaia. Sul palcoscenico del Teatro Sannazaro, la compagnia di Luisa Conte e Nino Veglia, sta ultimando le prove dello spettacolo, “Annella di Portacapuana”,che inaugurerà la nuova stagione. Sul palcoscenico, la Conte è intenta a recitare una delle scene di cui è protagonista, fermandosi, d’un tratto, infastidita da un brusio, proveniente dalle quinte. “Nini’, ma hai sentito pure tu o mi sto impressionando io?…No, perché a me pare che da là dietro venga una voce…una voce chiara chiara, leggera leggera…ma fossi uscita pazza?…” , domanda l’attrice, rivolgendosi al marito e collega Nino, riprendendo poi il suo monologo. “Eh, no, mo’ la voce l’hai sentita pure tu!…devi averla sentita pure tu!…E’ vero o no, Nini’?…dimmi la verità!…”, esclama la Conte, prontamente rassicurata dal Veglia: “Sì, sì Lui’, l’ho sentita pure io, la voce, non ti preoccupare, vai avanti!…continuiamo le prove…tanto quella, la voce, prima o poi, si scoccia e come è venuta, così se ne va!…”. “Uhe’ ,Nini’ ma tu mi stessi prendendo in giro?…io non capisco…e questi che modi sono?…tua moglie, tutta impaurita, ti dice che sente ‘na voce, e tu così la tratti?…E va bene Nini’!, continuiamo le prove…tieni ragione che siamo spostati da più di vent’anni e che è troppo tardi per rimediare, altrimenti, dritto dritto dall’avvocato andavo!…”, constata adirata, l’attrice. “Eh, e tu va va , che sei ancora in tempo!… sai quante risate si fa, l’avvocato, quando gli racconti di volerti separare perché tu “senti le voci” e tuo marito no!…Quello, l’avvocato, a crepapelle ride!…”, ribatte sarcastico, il marito. “Nini’, è meglio che stamattina non ti do retta, altrimenti mi si guasta l’umore ed io la soddisfazione di farmi arrabbiare non te la voglio dare!…Anzi, mo’ sai che faccio: riprendo il monologo, perché sono una professionista, io!…e la vita privata non deve compromettere il lavoro, mai!…”, ammonisce l’attrice, quando dalle quinte si ode un pianto dirotto. “Uh, mamma mia!…e mo’ che d’è?…”, si chiede la Conte, che, decisa a scoprire il mistero, si dirige verso il retropalco, “Ah!, ecco chi era la voce!…ecco, chi piangeva!…Nini’, qua , dietro le quinte ,ci sta tua nipote Lara!…quella, la mamma, tua figlia Brigida, lo sa che alla bambina le piace guardare la nonna attrice mentre recita, e quando si incapriccia, la porta in teatro e la lascia dietro al palcoscenico…Bella di nonna, perché stavi piangendo?, dillo, dillo a nonna tua!…”, chiede l’attrice alla nipote. “Lui’…e tu le chiedi pure perché, a nostra nipote?…e dico “nostra”, perché quando succedono i guai tua nipote e tua figlia , chissà perché, “magicamente”, diventano solo mie!…quando invece sono pure tue e tu non ti puoi sottrarre alle responsabilità!…Tu stavi urlando così tanto per la paura di sentire la voce e di essere impazzita, che quella, la creatura, si è spaventata e…patatrac!, ha aperto i rubinetti e giù le lacrime!…”, spiega Veglia, alla moglie, che , prendendo in braccio la nipote Lara, la rassicura: “Buona a nonna, buona, non piangere!…Hai visto come sei brava?, hai fatto il miracolo!…per la prima volta, dopo tanto tempo, hai fatto dire una cosa giusta al nonno!…E allora, noi, mo’, lo sai che cosa facciamo per festeggiare l’evento?, appena la nonna ha finito di fare le prove, (perché ricordati, Lare’, che, in teatro, come nella vita, se si vuol fare le cose per bene, viene sempre prima il dovere del piacere!), ce ne andiamo al caffè Gambrinus a prendere un bel babà, alla salute di nonno, che resta qua dentro, così impara a fare lo spiritoso!…”.
“Cosa mi resta di nonna? Praticamente tutto. Anzi se l’avessi con me , ora, per un giorno, vorrei tanto ricambiarla di tutto quello che mi ha lasciato. Ad esempio, il suo rigore , il suo affrontare le scene e tutto il contesto del teatro in maniera così professionale, seria, impegnata. Il suo rapporto con tutte le maestranze. La sua consapvolezza che ogni pezzo deve anadare al suo posto”. Così, la nipote di Luisa Conte, Lara Sansone, anch’essa attrice, parlava, qualche tempo fa, in un’intervista, della nonna artista. Nata il 27 aprile 1925 a Napoli, da Alberto, figlio di una ballerina del Teatro San Carlo, e da Francesca Malleo, proveniente da una famiglia di attori, Luisa Conte ,dopo un’infanzia difficile, durante la quale aiuta i genitori nella gestione delle finanze domestiche, appena quattordicenne entra nella Compagnia Cafiero-Fumo, facendosi notare per le doti di interprete “brillante” dall’attore e cantante Nino Veglia, con cui nel 1939 parte per una tournée in Sud America e che,otto anni dopo, sposa , diventando madre di Brigida. Nel decennio Quaranta,poi, in piena Seconda Guerra Mondiale, viene scritturata dal drammaturgo, attore e regista Eduardo De Filippo, che la dirige nella farsa scritta dal padre ,Eduardo Scarpetta: “Miseria e nobilità” e nelle sue commedie: “Non ti pago”, “La grande magia”, “Bene mio e core mio” , “Mia famiglia”, “Le voci di dentro”e “La paura numero uno”, registrate poi, negli anni Sessanta, per la messa in onda sul primo canale nazionale della Rai. Protagonista , sempre con Eduardo, e sempre per la Televisione,dello sceneggiato “Peppino Girella”, nel 1970 abbandona il piccolo schermo per dedicarsi completamente al palcoscenico, recitando nelle farse degli autori del teatro dialettale napoletano: Eduardo Scarpetta e Antonio Petito, e nelle opere di Luigi Pirandello. Tuttavia, è proprio nel decennio Settanta, che, con l’aiuto del marito e del collega-amico Nino Taranto, conosciuto nel 1958, rileva il Teatro Sannazaro in via Chiaia, presso il quale, fino agli anni Novanta, mette in scena commedie di Raffaele Viviani e Vincenzo Fioravanti, come: “‘A morte ‘e Carnevale” e “Annella e Portacapuana” e opere di Paolo Riccora e Gaetano Di Maio (“Lisistrata, ovvero “o sciopero de mugliere”, “Arezzo 29, in tre minuti…tassista veloce” e “Nu bambiniello e tre San Giuseppe”), dirette da Giuseppe Di Martino e insegna recitazione a numerosi allievi. Sofferente per una malattia cardiaca, scompare all’età di sessantanove anni , il 30 gennaio del 1994, nella sua abitazione napoletana, alla vigilia di una nuova esperienza teatrale. Salutata da familiari, amici e ammiratori nel corso delle esequie, tenutesi presso la chiesa di San Ferdinando, così è stata ricordata, di recente, dalla nipote Lara, che, insieme con la sorella Ingrid, ha erediatato la gestione del Teatro Sannazaro , dove lavora in qualità di attrice, regista e amministratrice: “Nonna è stata una maestra , esigente, severa con me , ha sempre preteso il massimo, mi ha trasmesso la sua passione, la voglia di fare sempre meglio. Io credo che il modo migliore per ricordarla sia questo: senza particolari commemorazioni,lavorando tanto, titolandole la Compagnia che mette in pratica i suoi insegnamenti, il suo rigore, la sua professionalità”.
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