Si può dire apertamente che l’unico vincitore della scelta di formare un governo di sinistra col M5S, è Matteo Renzi. È l’unico che può ridere. Ha fatto tutto lui, trovando accordi col M5S per poi chiedere al suo ex partito di formare un governo tirando dentro anche i perdenti delle elezioni del 4 marzo, cioè LEU. Tanto che a LEU è andato addirittura un Ministero. Dopo, il Renzi conciliatore tra PD-M5S, lascia il PD e fonda Italia Viva. Il M5S ha esultato, era estremamente felice del nuovo amore. Il cuore di Di Maio spruzzava gioia dappertutto. Gioia che è durata poco. Dopo la scelta scellerata, voluta sopratutto da Beppe Grillo, i sondaggi incominciano a dare responsi deludenti. Il M5S dal 33% scivola verso il 15/16%. Un botto. Sono gli elettori che castigano la scelta di Beppe Grillo di aver fatto l’alleanza col partito nemico. Grillo era convinto che gli italiani credevano ancora alle sue chiacciere, ma così non è stato. Chi ha pagato tutto è stato Di Maio, che da innamorato pazzo del PD, per far contento Grillo, si è ritrovato a lasciare la carica di capo politico. Ora deve solo attendere le elezioni emiliane e calabresi, per capire se è giunto il momento di porre fine all’amore mortale con il PD.
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