ROMA –Chi ha seguito la campagna elettorale del M5S sa bene che essa è stata incentrata maggiormente sul PD e su Renzi. Su il centrodestra e Berlusconi se ne parlava, ma in maniera leggera. Il nemico d’abbattere era il PD e Matteo Renzi. Su Renzi e sul PD i grillini ne hanno dette di tutti i colori, tanto da nauseare anche chi doveva votarli. È indubbio che il Partito Democratico non è che sia stato considerato proprio un partito di santi, eppure oggi si sta girando la pizza.
Infatti le parole dette in campagna elettorale dai grillini sul PD sembra non abbiano più senso: “Sono dei delinquenti”, “Un partito eticamente e moralmente disorientato”, “Il Pd è devastato dalle indagini, devastato dalle condanne, hanno i condannati nelle liste, come De Luca in Campania e vengono a farci lezioni di democrazia”; “Dove c’e’ Pd, c’è marcio”; “Il Pd è un partito distrutto e permeabile a qualsiasi infiltrazione: lobby, gruppi di affaristi, criminalità organizzata”. Parole forti che hanno risuonato per tutta la campagna elettorale, a cui gli elettori hanno creduto tanto da dare poi credito al movimento.
Dopo cinquanta giorni tutto si ribalta. Tutto quello che si è detto in campagna elettorale passa in secondo piano. Ora il PD è un padreterno circondato da tanti santi. Il Movimento in un batter d’occhio ha sotterrato una lunga serie di critiche, insulti e invettive nei confronti del Pd, solo perché ora tenta di allearsi attraverso un contratto. Tutto dimenticato. Però gli elettori stanno osservando, e molto probabilmente qui finisce l’era grillina.
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