Era stato eletto con un suffragio mai visto in Francia, ora Macron i francesi non lo digeriscono più. Ha calcato un po’ la scia di Renzi, sembrava onnipotente, invece è caduto in meno di un anno. A farlo cadere, come è successo a Renzi, è stato il popolo: in Italia con il voto, in Francia con la protesta dei gilet gialli.
Due politici che sembravano essere destinati a mantenere in mano lo scettro del potere per parecchi anni, invece sono destinati a scomparire dalla scena politica.
A differenza di Renzi, Macron ha recitato il mea culpa, e forse è l’unica differenza tra i due. Nelle ultime settimane, le proteste dei gilet gialli hanno infiammato tutta la Francia. Dalle periferie, ma anche dai centri delle più importanti città d’oltralpe, uomini e donne si sono riversati in strada. Inizialmente per protestare contro l’aumento del carburante e poi, quando la protesta si è organizzata, contro quella che i manfestanti definiscono l’élite economica e politica che governa non solo la Francia, ma anche l’Europa.
Quindi è sempre il popolo a decretare la fine dei politici. In Francia, popolo abituato alle rivoluzioni, è stata la piazza a dire no alle politiche di Macron e anche dell’Europa, in Italia, al momento, resta solo la protesta del 4 marzo che ha fermato l’ascesa di Renzi.
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