Ven. Dic 1st, 2023

ROMA- Fermiamoci per un attimo a riflettere: questi afferrati omicidi colpiscono diverse generazioni di donne, siano esse giovani, meno giovani, adulte. Allora cosa sta succedendo nella nostra società? Cosa sta mancando nella cultura del maschio? Nei giovani cosa non hanno capito? Ve lo spiego io: in questa società non abbiamo rispetto per nulla, a iniziare dalle cose che ci garantiscono la vita, come la natura; l’acqua; tutto l’ambiente. Come non abbiamo più rispetto per le persone, le guardiamo con indifferenza se esse soffrono, senza nemmeno preoccuparci della loro sofferenza. Non abbiamo più rispetto per l’amore, quello vero, quello che genera la vita nelle forme dettate dalla natura.

Nel 2016 sono state già 58 le donne uccise dai suoi compagni o ex compagni. Un numero elevatissimo se si considera che siamo a metà anno.  Secondo i dati di Telefono Rosa, almeno 8.856 donne sono state vittime di violenza e 1.261 di stalking. Si stima, inoltre, che il 90% delle donne non denuncia tali atti di sopraffazione.

Telefono Rosa chiede dunque al Governo di intervenire il più presto possibile con risorse economiche e attività di contrasto alla violenza di genere: “Quante ancora ne devono morire? Quante donne, ragazze, madri, figlie, sorelle, amiche dobbiamo vedere massacrate da ex, diventati mostri e assassini, prima che vengano prese decisioni e attuate politiche idonee ad un problema sociale enorme come quello della violenza sulle donne?”, denuncia Gabriella Moscatelli, la presidente dell’associazione, che per dare un forte segnale ha anche lanciato su Twitter l’hashtag #quanteancora.

Pienamente d’accordo con la presidente dell’associazione. Ma oltre al governo vanno messi in campo strumenti nuovi per garantire sicurezza a chi denuncia, alla pari di come si fa con personalità cui è assegnata una scorta. Ormai è accertato che dopo la denuncia può succedere qualcosa di grave, quindi la donna che lo fa va tutelata e difesa.

Inoltre, e non mi stancherò mai di dirlo, bisogna entrare nelle scuole, io lo sto facendo da un anno con un progetto dedicato alla violenza sulle donne, al fine di incontrare i giovani allievi e cercare di fargli comprendere il valore dell’amore, dando, inoltre, un suggerimento capace di fargli comprendere che quando l’amore finisce esso non deve tramutarsi in odio ma in rispetto per le scelte altrui. È un percorso difficile da far comprendere, spesso, anche agli stessi adulti, ma credo che l’unica strada per frenare la scia di odio che si scatena nei confronti delle donne è far abbracciare il valore dell’amore vero che, inevitabilmente, è fatto di tante difficoltà che vanno superate insieme. Ma questo vale per tutti, giovani e non giovani, perché tutti devono comprendere che l’amore è un qualcosa di bello, ma in nessun modo può generare la morte di una persona, perché l’amore non è odio, per questo si chiama AMORE.