Tutto è partito da lui, da quel cosiddetto paziente uno di Codogno, per poi arrivare alla tempesta che abbiamo vissuto. Mattia si racconta in un’intervista a Sportweek, in edicola sabato con la Gazzetta dello Sport. Mattia ha detto nell’intervista che non gli pesa l’etichetta di paziente uno, ma gli pesa moltissimo le bugie che sono state dette. “La cena con un cinese, le due maratone in una settimana: tutto falso. Mi è pesata la popolarità che ne è conseguita, devo continuamente respingere le richieste di interviste o di ospitate televisive”.
Il primo italiano ufficialmente malato di coronavirus è stato in terapia intensiva per due settimane, ha perso il padre quando stava per uscire dall’ospedale, pochi giorni dopo è nata sua figlia Giulia. Tutto questo negli ultimi tre mesi che hanno sconvolto la sua e le nostre vite. Maestri ha accettato di raccontarsi a Luca Castaldini, in esclusiva su Sportweek e ha chiesto che il settimanale de La Gazzetta dello Sport parli anche dei suoi compagni del Gruppo Podistico Codogno ’82, gli amici con cui corre: “Nel periodo del mio ricovero hanno sostenuto la mia famiglia. Si sono anche iscritti sui social per difendermi”, spiega Maestri.
Maestri parla delle due settimane in terapia intensiva, della figlia nata pochi giorni dopo le sue dimissioni, e della sua voglia di tornare a correre, passione condivisa con la moglie e con un gruppo di fedelissimi.
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