Innanzitutto piena solidarietà al sindaco di Aversa Alfonso Golia, per le minacce ricevute via social in virtù della chiusura delle scuole a seguito delle cattive condizioni meteo.
È il caso di aprire una profonda riflessione su quanto accaduto. Le minacce al sindaco di Aversa, che rappresenta lo stato sul territorio, quindi un’istituzione, è un atto gravissimo ma è la conseguenza di ciò che abbiamo prodotto. Negli ultimi anni si è creato un clima d’odio soprattutto negli ambienti politici. È venuto meno il senso della contrapposizione politica come atto a difesa dei cittadini e per il bene comune, sostituendola con atteggiamenti e linguaggi poco consoni per una sana politica. La politica sembra aver delegato gli “scagnozzi” sul territorio per attaccare continuamente l’avversario politico non con proposte, ma con un linguaggio poco coretto che attacca e non propone. Grazie all’avvento dei social le cose sono diventate ancora più facili. È chiaro che l’atteggiamento dei grandi ha fatto da insegnamento per i giovani. Un mea culpa bisogna recitarlo. Abbassare i toni è la via maestra per mettere a tacere eventi e situazioni che sono sempre figlie di una cattiva cultura. Nel caso del sindaco c’entra molto anche la famiglia, quel pilastro che ultimamente sta venendo meno. I figli vanno educati iniziando dalle mura domestiche. Se i genitori sono permissivi, significa che il figlio diventa un libertino convinto che può fare tutto. Le punizioni di un tempo non esistono più. La severità dei tempi addietro ha permesso di tirare su una generazione ben educata. Se due giovani a Napoli tirano calci alla porta del pullman perché vogliono viaggiare gratis, non credo che sia una cosa buona. Chi ha minacciato il sindaco ha avuto un atteggiamento guappesco che non può essere tollerato. Questi atteggiamenti non vanno puniti solo dalla legge, che poco può fare dinanzi a situazioni del genere, ma è la famiglia che deve intervenire contro gli atteggiamenti del figlio bullo. Noi siamo stati tirati su temendo i nostri genitori. Sia mai che qualcuno diceva ai nostri genitori tuo figlio è scostumato, apriti cielo, per loro era un’offesa e il figlio andava punito severamente. Oggi le punizioni le ricevono gli insegnanti a difesa della mala educazione dei figli. Siamo seri e realisti, questa società sbagliata l’abbiamo costruita noi nuove generazione, e se oggi ci sono in giro giovani, per fortuna pochi e non tutti, che si permettono di minacciare un sindaco, allora dobbiamo leccarci le ferite e cambiare direzione, altrimenti continuiamo a costruire una società a nostra immagine e somiglianza. Quello che sta succedendo è frutto della nostra disattenzione. Facciamo capire ai giovani, con un sano insegnamento, che questo non è il modo di vivere. Il nostro è un territorio difficile, e tutto ciò che c’è di negativo, è frutto della nostra indifferenza.
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