Categories: Cronaca

Minacciata dalla camorra, la giornalista Marilena Natale finisce sotto scorta

AVERSA- Non c’è cosa peggiore di essere convocati e ricevere la notizia di essere sottoposto a scorta per minacce ricevute. È quello che è successo alla collega giornalista Marilena Natale, che ha ricevuto la notizia di essere finita sotto scorta, dopo che gli inquirenti hanno ascoltato intercettazioni che la vedono protagonista di minacce di morte da parte della camorra.
La Natale da anni è impegnata in una lotta contro il malaffare smascherando i loschi traffici della camorra, ed è riuscita, con le sue inchieste, a far inchiodare diversi camorristi. La giornalista rifiuta questa nuova condizione di vita che gli impedisce quella libertà di movimento a cui è abituata. A lei sono stati affidati due carabinieri che devono vigilare sulla sua incolumità. Ma lei continua a ribadire che rifiuterà la scorta non appena gli arriva la comunicazione definitiva dal ministero.
A Marilena arriva la solidarietà di tutti i colleghi giornalisti. È un atto che priva la libertà per chi fa questo lavoro con passione cercando di smascherare tutto quello che avviene nei nostri territori, partendo dalla camorra per finire alle istituzioni. Al fianco della giornalista si schiera anche il sindacato unitario giornalisti Campania: “La camorra e i suoi alleati continuano a non gradire l’esistenza dello stato di diritto e la presenza di giornaliste e giornalisti che non intendono piegarsi alla loro legge. Da anni molti di loro sono costretti a vivere sotto scorta – spiega il sindacato – ora hanno preso di mira Marilena Natale che, da tempo, ricerca e scrive sul traffico dei rifiuti, sull’inquinamento dell’ambiente e della salute pubblica, sui continui decessi provocati dai veleni, mortali per la popolazione civile, fonte di denaro per i camorristi e per i loro protettori. Le minacce contro Marilena Natale, ora costretta ad una vita sotto sorveglianza, sono il segnale di una nuova offensiva, un avvertimento rivolto a chiunque voglia ancora esercitare liberamente il diritto di cronaca. Per questo dobbiamo raccogliere la sfida e tornare ad “illuminare” quel territorio, dando voce a chi si batte per la legalità e i diritti di tutti, riprendendo e sviluppando le inchieste e le denunce dei colleghi minacciati, fornendo a loro e alla popolazione quella “scorta mediatica” che non è meno essenziale della scorta di polizia.

Redazione

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