ROMA- “Se prima una festa in piazza era considerata un soft target, un obiettivo a basso rischio, adesso è un hard target, un obiettivo a rischio più alto”, ha affermato il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir,) Giacomo Stucchi in un’intervista all’Huffington Post. “Direi che anche il profilo del lupo solitario ha avuto un’evoluzione, sviluppando un’attitudine psicologica da leader: io comando, io eseguo, vi dirò che sto per fare un’azione ma non vi rivelerò quale, né come, né dove – spiega Giacomo Stucchi. Un comportamento che aumenta l’autostima e al tempo stesso non brucia l’eventuale gruppo che c’è alle spalle, che così può offrire protezione e anche supporto per altri attentati.
Il timore adesso è per le feste di capodanno, che ogni anno riempiono le piazze italiane di tanti giovani e non solo. Per Giacomo Stucchi “se prima una festa in piazza era considerata un soft target, un obiettivo a basso rischio, adesso è un hard target, un obiettivo a rischio più alto. Ma farei delle distinzioni – evidenzia – Per una processione in paese, bastano i carabinieri del posto. Per un concerto, le cose cambiano. Le autorizzazioni verranno vagliate caso per caso e i controlli saranno capillari. Quello che bisogna spiegare alla gente è che più collaborerà, più bassa sarà la soglia di pericolo. Faremo tutto il necessario ma senza esagerare, coi piedi per terra. Diffondere il panico non aiuta nessuno, perché C’è un dispositivo capillare sul territorio in funzione da mesi, che prevede personale e strumenti adeguati per rispondere ad eventuali situazioni critiche.
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