In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che l’INPS non aveva mai ricevuto alcuna comunicazione circa l’avvenuto decesso della beneficiaria e, quindi, aveva erogato indebitamente per oltre 8 anni, la somma totale di euro 129.846,00 che veniva accreditata su un libretto postale sul quale F.F. e suo marito L.M. erano abilitati a prelevare.
Grazie anche agli accertamenti espletati presso la locale filiale delle Poste, è stato possibile riscontrare come la condotta delittuosa posta in essere non si era limitata solo al puntuale ritiro delle somme accreditate ma che uno dei coniugi aveva presentato all’Ufficio Postale un documento d’identità della defunta alterato nella data del rilascio, in modo da farlo apparire in corso di validità, allo scopo di continuare a percepire indebitamente gli emolumenti erogati.
Al contempo, da ulteriori approfondimenti è emerso che i coniugi facevano parte di un nucleo familiare destinatario del Reddito di Cittadinanza, percependo indebitamente oltre Euro 14.000,00 tra il 2019 ed il 2020.
In relazione alle condotte illecite accertate, i militari operanti hanno sottoposto a sequestro una somma di denaro pari a euro 1.561,91 rinvenuta in parte presso l’abitazione ed in parte sui rapporti finanziari intrattenuti dai predetti coniugi presso l’Ente Poste.
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